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Luigi Zoja, la strada che abbraccia il parco del Fanciullo

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Luigi Zoja è la via privata che costeggia il parco del Fanciullo, zona Quarto Cagnino. La strada, dedicata a un chimico e biologo pavese nato nel 1866, omaggia una figura di spicco della medicina moderna che ha brillato principalmente nel campo della diabetologia.

Formatosi presso la facoltà di Medicina all’Università di Pavia, dove suo padre Giovanni era docente di Anatomia, si laureò nel 1889. La sua fu una formazione a tutto tondo: a Pavia frequentò l’istituto di Istologia diretto dal Premio Nobel Camillo Golgi e l’istituto di Anatomia Patologica diretto dal professor Achille Monti.

Luigi Zoja nel 1892 Si spostò a Basilea dove approfondì gli studi di chimica analitica col professor Bunge.  Tre anni più tardi andò a Berlino, dove studiò biochimica. Tornato in Italia nel 1893 venne chiamato come assistente del professor Alberto Riva all’Università di Parma, con cui lavorò per 18 anni. Nel 1911 diventò professore ordinario di Medicina Interna presso l’Università di Sassari, dove si trasferì e insegnò fino al 1915, quando venne chiamato all’Università di Pavia con la medesima veste accademica.

Luigi Zoja, la strada che abbraccia il parco del Fanciullo

Nel 1924 Luigi Zoja accettò la cattedra di Medicina Interna presso la neofondata Università degli Studi di Milano, dando un notevole contributo alla costruzione del nuovo dipartimento. Ottenne finanziamenti dal governo e da enti privati e fondò un centro di ricerca medica che presto diventò uno dei più attivi istituti italiani di indagine clinica.

Il professore si dedicò anima e corpo alla professione e agli studi. Morì a Milano nel giugno del 1959. Luigi Zoja, uomo dalla mente brillante e dalle forti qualità morali è ricordato in una strada che costeggia un parco come in un abbraccio confortante.  Sarà un caso?

Kernel Festival illumina Monza

Dopo il rombo dei motori della Formula 1, Monza è pronta ad “accendersi” grazie al Kernel Festival (kernelfestival.net). 

Dal 23 settembre al 2 ottobre, installazioni di luceopere di audiovisual 3D mapping ed opere digitali, gratuite e a cielo aperto, illumineranno i gioielli del capoluogo brianzolo in uno scenografico viaggio all’insegna dell’elemento luminoso: dall’audiovisual 3D mapping show della Reggia di Monza passando per le installazioni degli studenti del liceo artistico Nanni Valentini, per poi inoltrarsi nel suggestivo Bosco Magico tra i Boschetti Reali e continuare il percorso nel centro storico, guidati da Sound Safari fino a raggiungere Kids Cube, l’installazione di luce partecipata realizzata dai bambini delle scuole materne e primarie di Monza e Seregno.

Un itinerario all’insegna dell’arte e della cultura, coniugato dal potere emozionale della luce, in grado di valorizzare questi gioielli storico – artistici agli occhi della cittadinanza e delle decine di migliaia di turisti e curiosi che vi si avvicineranno.

La kermesse, giunta alla sua 11° edizione, è promossa e organizzata da AreaOdeon, associazione culturale che dal 2005 promuove l’arte come veicolo di coinvolgimento e partecipazione del pubblico e di valorizzazione e riappropriazione del territorio, in un orizzonte di collaborazioni nazionali e internazionali, con il sostegno e il contributo del Comune di Monza e del Consorzio Villa Reale e Parco di Monza. 

Kernel Festival illumina Monza

Una piattaforma quella del Kernel Festival che, dal 2011 a oggi, ha richiamato migliaia di visitatoricentinaia di artistidecine di volontari e professionisti, provenienti da tutto il mondoElevata qualità artistica, garantita dalla presenza di rinominati artisti nazionali e internazionali provenienti da Spagna e Ungheria e il coinvolgimento diretto degli studenti e dei bambini delle scuole del territorio nella realizzazione di opere d’arte multimediali che coniugano la luce e l’audiovisivo sono gli ingredienti principali dell’edizione 2022 del più importante new media light art festival italiano.

 “È importante guardare al Kernel Festival come una piattaforma aperta, funzionale non solo ad esaltare con la luce e il suono i luoghi più preziosi di Monza, ma soprattutto a veicolare nuove proposte artistiche legate alle moderne tecnologie e ai linguaggi artistici sperimentali – afferma Marcello Arosio, art director del Kernel Festival – Noi infatti sviluppiamo e sperimentiamo, continuamente, nuove soluzioni artistiche e tecniche come ad esempio Sound Safari, la piattaforma sonora che permette di ascoltare in modo geolocalizzato da qualsiasi smartphone, nell’intimo dei propri auricolari e in maniera sincronizzata all’installazione luminosa, i progetti sonori creati per ogni singolo spazio urbano di cui promuoviamo una nuova interpretazione. L’evento è anche un luogo dell’apprendere e del crescere, come individui e come comunità, contribuendo a far acquisire ai cittadini e ai tanti curiosi la giusta consapevolezza sul valore della luce e dell’arte nello spazio pubblico”.

“È un’iniziativa questa del Kernel Festival che propone una concezione di arte innovativa e particolarmente attraente basata sulla luce. Una forma espressiva basata sull’innovazione che è uno dei cardini su cui si muove l’attività della Reggia”, spiega l’Assessora alla Cultura, Parco Villa Reale e Università del Comune di Monza. “Un’operazione importante perché permette anche di vedere il nostro bene monumentale sotto nuovi aspetti esaltandone sempre di più la bellezza. Un’arte che si abbina anche con la natura evidenziandone i lati nascosti”. 

“Stiamo lavorando per valorizzare i tanti volti della nostra città – spiega l’Assessore al Lavoro, Commercio e Attività Produttive, Marketing territoriale – partendo dalle potenzialità di innovazione e di attrattività che Monza può esprimere attraverso un percorso di luoghi simbolici che porti fino alla Villa Reale. Si tratta di un’opportunità “diversa” per chi vorrà venire ad ammirare questo spettacolo di luce e di arte e che insieme vorrà scoprire i tanti pregi della nostra città”.

Ma quale sarà il percorso immersivo che vedrà protagonisti le decine di migliaia di cittadini, turisti e curiosi che invaderanno la città brianzola durante i 10 giorni della kermesse artistica? Il punto di partenza sarà la Reggia di Monza, la quale ospiterà, ogni sera a partire dalle 20.30 all’interno del suo cortile d’onore, una rassegna di cortometraggi di audiovisual 3D mapping a 270°, realizzati dagli artisti internazionali Onionlab e Maxin10sity e dai professionisti nostrani di Onda in collaborazione con Delumen, che si svilupperà sulla parte centrale e le due laterali dell’edificio per un totale di 5mila metri quadri di videoproiezioni che coinvolgeranno il pubblico in una dimensione completamente immersiva anche grazie a un impianto audio spazializzato ottofonico.

L’aspetto formativo sarà centrale nella seconda tappa di questo speciale tour luminoso, all’interno del cortile del liceo artistico Nanni Valentini, dove i protagonisti saranno gli stessi studenti, che presenteranno al pubblico i loro progetti multimediali, sviluppati sotto la supervisione dei docenti e di un tutor di AreaOdeon. 

Nel contesto verde dei Boschetti Reali, naturale collegamento tra la Reggia di Monza e il cuore della città, un progetto d’illuminazione dinamica trasformerà i giardini in una scenografia suggestiva, dove il percorso creato da luci e colori, accompagnato dall’innovativa piattaforma sonora del Sound Safari, attivabile mediante un QRcode, affascinerà il pubblico presente dal vivo.

Il tour luminoso per le vie della città brianzola si concluderà poi in Piazza Roma, a due passi dall’Arengario, dove sarà installato il Kids Cube, una grande “scatola magica” (4x4x3 metri di altezza) che mostrerà gli autoritratti creati e colorati dai bambini delle scuole materne ed elementari della città. Un “girotondo” illustrato che parla di diversità e inclusione, dove i disegni si intrecciano e mischiano creando sempre nuove combinazioni.

Kernel Festival Monza (credits by Tommaso Giunchi)
Kernel Festival Monza (credits by Tommaso Giunchi)

 

Grattachecca, street cocktail da gustare al cucchiaio

Gratta, gratta Checca”: con queste parole un marito al tempo dei Cesari chiedeva alla propria moglie di lavorare, preparando la famosa “grattachecca”.

Si tratta di una bevanda tradizionale talmente rinfrescante e gustosa che, nata in antichità sui colli laziali, persino Caterina de’ Medici in tempo rinascimentale fece richiesta di uno specialista da portare con sé alla corte del Re di Francia per avere la propria razione quotidiana di “ghiaccio zuccherato e profumato”.

Dal Rinascimento si passa alla storia contemporanea: la miscela conquista i cuori e i palati di tutta Italia a tal punto da essere chiamata in diversi modi a seconda della provincia di riferimento. Come riportato da Treccani il nome corretto in italiano è “ghiacciata”, anche se a Napoli “rattata” o “cazzimbocchio”, in Calabria “scirubetta”, a Catania “grattatella”, a Bari grattamarianna” e a Milano grattachecca”.

grattachecca
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Grattachecca, street cocktail da gustare al cucchiaio

Proprio nel capoluogo meneghino, la stessa grattachecca diviene trend dell’estate grazie alla realizzazione di un innovativo “street cocktail al cucchiaio” servito in diverse zone della città fino a domenica 18 settembre: da Pigato Navigli in Ripa di Porta Ticinese, a Corso Como; a N’ombra de vin in Via San Marco fino alla grande serata di chiusura proprio domenica al Magnolia.

Ma in che cosa consiste questo drink? La creativa ricetta prevede, come da tradizione, l’utilizzo di ghiaccio tritato arricchito da circa 3 ml di Hendrick’s gin e 6 ml di sciroppo a disposizione in tre varianti, ovvero limonecetriolo e rosa. A livello di preparazione, inoltre, è importante mettere in risalto il fatto che il ghiaccio viene tritato grossolanamente e lasciato riposare per un breve lasso di tempo. Altro punto da ricordare: la grattachecca va consumata in fretta perché, se si scioglie, perde tutta la sua unicità.

grattachecca
grattachecca

Milano però è solo una delle tante città italiane in cui la grattachecca sta conquistando i cuori e i palati dei consumatori nel corso di questa estate. Infatti, la bevanda è stata scelta come protagonista di Unusually Refreshing Summer Tour” organizzato da Hendrick’s Gin, brand internazionale specializzato nella realizzazione del noto distillato che si chiude proprio nel capoluogo meneghino dopo oltre 10 tappe in tutta Italia nelle principali località turistiche.

“Abbiamo portato a Milano la freschezza necessaria per combattere il caldo estivo – afferma Solomiya, Brand Ambassador Italia di Hendrick’s Gin – La tradizionalità della grattachecca, bevanda storica e soprattutto made in Italy, si sposa alla perfezione con il nostro gin. Realizzeremo tante ricette gustose e dissetanti per soddisfare i cuori e i palati degli appassionati dell’intero territorio nazionale durante un tour della durata di circa otto settimane.

La ricetta della nostra personalissima grattachecca, come da tradizione, prevede l’utilizzo di ghiaccio tritato arricchito da circa 3 ml di Hendrick’s gin e 6 ml di sciroppo a disposizione in tre varianti, ovvero limonecetriolo e rosa. In questo modo, le persone potranno evadere momentaneamente dalle città più calde per vivere la freschezza della Scozia, Paese di origine del nostro gin. In aggiunta al tour, abbiamo approfittato del periodo estivo anche per lanciare un nuovo cocktail: si tratta di «Hendrick’s & T», frutto dell’incontro tra il gin scozzese e il thè freddo che vengono miscelati con una foglia di menta e un pizzico di succo di lime, donando freschezza ed energia”.

grattachecca
grattachecca

Enoteche a Milano: 5 tocchi di..vini

Di enoteche a Milano ce ne sono diverse. Luoghi informali dove gustare dell’ottimo vino accompagnato da taglieri o piccoli piatti di cucina. Ne abbiamo provata qualcuna e, senza aver la pretesa di stilare una lista immutabile, vi suggeriamo la nostra top five:

In Porta Romana, via Ludovico Muratori, si trova Il Cavallante, ritrovo fisso per gli amanti del vino milanese. Ambiente caldo e accogliente delizia i suoi ospiti con calici o bottiglie selezionate accompagnati da piatti sfiziosi, come i deliziosi crostini al foie gras o il tagliere di salumi e formaggi.

La Sala del Vino in via San Faustino (zona Ortica) offre vini di qualità accompagnati da straordinari piatti di cucina preparati dalle sapienti mani di Noemi, come gli gnocchi vignarola e pecorino, l’ombrina con crema di topinambur e cavolo riccio oppure la battuta di piemontese al coltello. Assolutamente da provare!

Tra le enoteche a Milano non possiamo dimenticare Le Cantine Isola in via Paolo Sarpi, storico locale nato nel lontano 1896. Tra le bottiglie dei suoi scaffali si trovano vere e proprie rarità. Un piccolo spazio dove tra calici di vino e stuzzicherie si respira un’aria conviviale e dove al martedì vengono lette poesie o brani che raccontano Milano.

Enoteche a Milano: 5 tocchi di..vini

In via Santa Croce nel parco che si apre tra piazza XXIV Maggio e la basilica di Sant’Eustorgio si trova E/N, Enoteca Naturale. Situata all’interno del giardino di Casa Emergency propone un’ottima selezione di vini naturali abbinati a piccoli stuzzicanti piatti. Una parte del ricavato viene devoluta a Emergency.

Luogo particolare è l’Associazione Salumi e Vini Naturali in corso Garibaldi. Il cortiletto interno dove accomodarsi per gustare vini naturali e comfort food è meraviglioso. Questa è una delle migliori enoteche di Milano con una carta dei vini molto ricca e con un’ampia scelta di vini sfusi che va dal rosso alle bollicine passando dai bianchi e dagli orange.

Questa è la nostra selezione di enoteche a Milano. Curiosi di sapere qual è la vostra non ci resta che alzare il calice e brindare a voi!

Milano, cosa valutare prima di trasferirsi e i quartieri più vivibili

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Un’analisi di “Scenari immobiliari” ha fatto luce sui migliori quartieri in cui vivere nel capoluogo lombardo. La classifica è stata stilata prendendo in considerazione i principali fattori associati al livello di vivibilità di ciascun quartiere, tra cui servizi, costo della vita, verde urbano.

Ma prima di valutare un eventuale trasferimento, in generale, è bene prestare attenzione ad alcuni fattori, per evitare di incorrere in problemi futuri di vario tipo.

Gli elementi da valutare per chi vuole abitare a Milano

Il primo fattore da considerare, e forse quello più importante, è il costo della vita. Sono varie le spese che incidono su questo costo, ma quelle che incidono maggiormente sono l’affitto (aumentato in un anno del 37%, fino ad arrivare a 1.830 per un bilocale e a 620 euro per una stanza privata), ma anche le spese relative al comparto alimentare e quelle per trasporti e servizi locali. Il costo medio di una bolletta per un appartamento di 100 mq, inoltre, è di 120 euro al mese, mentre le spese condominiali oscillano dai 200 alle migliaia di euro al trimestre (in base all’ubicazione dell’appartamento).

Risulta fondamentale sondare anche la qualità dei servizi di base e verificare la copertura internet tramite alcuni servizi online; al giorno d’oggi, infatti, non avere accesso a internet o averlo solo parzialmente significa di fatto essere tagliati fuori da un mondo concentrato sempre più sul digitale.

Un altro fattore da tenere in considerazione è la qualità della formazione alla quale si può accedere. Al riguardo, ed è inutile negarlo, Milano spicca, almeno rispetto al resto della penisola. L’offerta formativa è di altissimo livello, fra università private e pubbliche di alta caratura (come l’università statale di Milano o la Bocconi).

Anche per quanto riguarda la sanità pubblica e privata il capoluogo lombardo si difende bene. Sono in pochi a non avere mai sentito parlare dell’ospedale San Raffaele, centro ospedaliero di eccellenza.

Fattore da non trascurare sono anche i parchi pubblici, per gli amanti della natura e non solo. Anche qui Milano si difende bene, e tra parco Sempione e parco Giovanni Paolo II l’offerta è davvero ampia, tra le migliori di Italia. Infine risulta fondamentale assicurarsi che la zona in cui si desidera abitare sia ricca di iniziative ed eventi culturali che soddisfino le proprie preferenze e aspettative.

I quartieri più vivibili a Milano

Dopo avere preso in considerazione quelli che sono i fattori fondamentali per valutare il livello di vivibilità di un quartiere o di una città, “Scenari immobiliari” ha definito quali sono le migliori soluzioni dal punto di vista di servizi, verde, costo della vita, iniziative culturali a Milano.

Le zone più consigliate risultano essere Porta Ludovica, Città Studi e Bicocca. I migliori quartieri sono comunque concentrati prevalentemente a livello della Circonvallazione.

Si difendono bene, stando al report, anche Sarpi, San Siro, Buenos Aires, De Angeli, XII Marzo, Porta Romana e Porta Magenta. Ognuno di questi quartieri presenta caratteristiche uniche, che si sposano più o meno bene con vari gruppi e categorie, dai giovani professionisti, agli studenti universitari fino alle famiglie con figli.

Fulvio Testi, un poeta seicentesco in mezzo al traffico

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Fulvio Testi è quel lungo e largo viale che partendo da piazzale Istria arriva fino a Cinisello Balsamo proseguendo fino a Monza con il nome in viale Brianza.

La sua costruzione partì a inizio Novecento e si protrasse fino agli anni Sessanta, modificando la morfologia del territorio costituito da orti attraversati dal fiume Seveso che per certi tratti venne coperto. Lungo sei chilometri e mezzo Fulvio Testi è uno dei viali più ampi di Milano: sessanta metri di larghezza in cui trovano spazio due carreggiate principali al centro, due controviali laterali e due corsie riservate ai tram.

fulvio testi
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Il viale è percorso dalle linee tranviarie 5,7 e 31 e lungo il suo tragitto si snodano 5 fermate delle M5: Bignami, Ponale, Bicocca, Ca’ Granda e Istria.

Fulvio Testi oltre ad essere una strada di grande traffico è un viale dedicato a un poeta, esponente della letteratura barocca del Seicento nato a Ferrara nell’agosto del 1593. Formatosi sotto i gesuiti di Modena approfondì gli studi di filosofia presso le università di Bologna e Ferrara. Grazie al padre, cortigiano al servizio del duca Cesare d’Este, nel 1612 entrò a corte come copista del segretario ducale, distinguendosi fin da subito per il suo temperamento sanguigno e competitivo.

Fulvio Testi, un poeta seicentesco

L’anno successivo pubblicò a Venezia una prima raccolta di rime che quattro anni più tardi arricchì con liriche e intonazioni dalla marcata impronta patriottica che ripubblicò, forse un po’ beffardamente, con una dedica a Carlo Emanuele I di Savoia. Il duca Cesare d’Este non la prese bene: non volendo inimicarsi il governatore di Milano allontanò lo scrittore dalla sua corte, lo fece arrestare e lo mise in esilio.

Le cose si sistemarono nove mesi più tardi, quando Fulvio Testi cedette in certa misura alla ritrattazione ottenendo la grazia del duca senza peraltro guastare i rapporti con Carlo Emanuele che, continuando a vederlo di buon occhio, lo ricompensò con doni ed onorificenze.

Con la salita al trono ducale di Alfonso III Testi venne nominato segretario di stato e sotto questo ruolo trattò delicate questioni diplomatiche che gli fecero guadagnare onori e titoli. Disgustato della vita di corte chiese e ottenne nel 1640 da Francesco d’Este l’incarico di governatore della Garfagnana dove si trasferì e dove rimase per soli due anni, trascorsi i quali tornò a Modena.

Nuovamente al suo posto venne incaricato di alcune missioni durante le quali allacciò rapporti non ufficiali con il governo francese che, una volta scoperti, gli costarono la carriera. Nel gennaio del 1646 venne arrestato e nell’agosto dello stesso anno morì. Fulvio Testi, icona del classicismo seicentesco, cantava temi civili e morali.

fulvio testi
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