venerdì, Aprile 26, 2024

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Fulvio Testi, un poeta seicentesco in mezzo al traffico

Fulvio Testi è quel lungo e largo viale che partendo da piazzale Istria arriva fino a Cinisello Balsamo proseguendo fino a Monza con il nome in viale Brianza.

La sua costruzione partì a inizio Novecento e si protrasse fino agli anni Sessanta, modificando la morfologia del territorio costituito da orti attraversati dal fiume Seveso che per certi tratti venne coperto. Lungo sei chilometri e mezzo Fulvio Testi è uno dei viali più ampi di Milano: sessanta metri di larghezza in cui trovano spazio due carreggiate principali al centro, due controviali laterali e due corsie riservate ai tram.

fulvio testi
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Il viale è percorso dalle linee tranviarie 5,7 e 31 e lungo il suo tragitto si snodano 5 fermate delle M5: Bignami, Ponale, Bicocca, Ca’ Granda e Istria.

Fulvio Testi oltre ad essere una strada di grande traffico è un viale dedicato a un poeta, esponente della letteratura barocca del Seicento nato a Ferrara nell’agosto del 1593. Formatosi sotto i gesuiti di Modena approfondì gli studi di filosofia presso le università di Bologna e Ferrara. Grazie al padre, cortigiano al servizio del duca Cesare d’Este, nel 1612 entrò a corte come copista del segretario ducale, distinguendosi fin da subito per il suo temperamento sanguigno e competitivo.

Fulvio Testi, un poeta seicentesco

L’anno successivo pubblicò a Venezia una prima raccolta di rime che quattro anni più tardi arricchì con liriche e intonazioni dalla marcata impronta patriottica che ripubblicò, forse un po’ beffardamente, con una dedica a Carlo Emanuele I di Savoia. Il duca Cesare d’Este non la prese bene: non volendo inimicarsi il governatore di Milano allontanò lo scrittore dalla sua corte, lo fece arrestare e lo mise in esilio.

Le cose si sistemarono nove mesi più tardi, quando Fulvio Testi cedette in certa misura alla ritrattazione ottenendo la grazia del duca senza peraltro guastare i rapporti con Carlo Emanuele che, continuando a vederlo di buon occhio, lo ricompensò con doni ed onorificenze.

Con la salita al trono ducale di Alfonso III Testi venne nominato segretario di stato e sotto questo ruolo trattò delicate questioni diplomatiche che gli fecero guadagnare onori e titoli. Disgustato della vita di corte chiese e ottenne nel 1640 da Francesco d’Este l’incarico di governatore della Garfagnana dove si trasferì e dove rimase per soli due anni, trascorsi i quali tornò a Modena.

Nuovamente al suo posto venne incaricato di alcune missioni durante le quali allacciò rapporti non ufficiali con il governo francese che, una volta scoperti, gli costarono la carriera. Nel gennaio del 1646 venne arrestato e nell’agosto dello stesso anno morì. Fulvio Testi, icona del classicismo seicentesco, cantava temi civili e morali.

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