sabato,3 Maggio,2025
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Rubattino, un futuro pronto a partire

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Rubattino, zona est della città, è finalmente pronto a guardare avanti dopo una serie di difficoltà.

La Giunta di Milano ha approvato la delibera che conferma che qui sorgeranno i laboratori del Teatro alla Scala ed un nuovo deposito Atm. Nella stesura del Piano di Governo del Territorio, Rubattino è una delle sei aree da rigenerare partendo da funzioni di interesse pubblico.

L’assessore all’Urbanistica Maran a tal proposito dice: «Sarà la prima convenzione che disciplina l’attuazione di una Grande Funzione Urbana del Piano di Governo del Territorio. Il Rubattino attende da tempo una funzione pubblica che ne se segni il rilancio e indubbiamente i laboratori della Scala in primis, ma anche il deposito ATM e tutti i servizi che verranno realizzati a supporto rappresentano elementi estremamente qualificanti per tutto il quartiere».

Per quel che riguarda i laboratori del teatro più famoso al mondo, verrà indetto un concorso al fine di trovare la soluzione che meglio valorizzi sia gli obiettivi architettonici la sostenibilità ambientale.

Oltre alle soluzioni già approvate, il nuovo Rubattino potrà ospitare un centro per la ricerca e lo sviluppo tecnologico con un occhio di riguardo a tutte quelle soluzione chiamate incubatori d’impresa.

Non mancheranno spazi verdi per lo sport ed il tempo libero.

rubattino
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Milano, i miei 7 luoghi simbolo del 2020

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Un anno che ricorderemo. Questo 2020 ha scombussolato tutto e tutti.

Ed oggi, a pochi giorni dalla fine di questo anno bisesto, faccio anche fatica a guardare indietro. Mi pare che questi 12 mesi siano stati lungamente brevi. Un giorno forse saprò descriverli nel modo corretto.

Oggi però quello che voglio fare, è individuare e lasciare qui, a memoria, quelli che per me sono stati i 7 luoghi simbolo di quest’anno, non prima però di aver specificato che, almeno per una volta, arte e cultura non sono le caratteristiche essenziali per questa mia personale classifica.

  1. Esselunga. Indiscutibilmente al primo posto. Mi pare ieri di essere andato, di proposito, a fare le foto degli scaffali vuoti. Ricordo di aver visto, fotografato e postato su facebook. Per le prime 3 ore sono stato accusato di ogni cosa, anche di essermi inventato tutto. Poi dopo gli insulti, la triste verità. Ed era solo l’inizio
  2. via Mercanti. Non ricordo che giorno fosse di febbraio, ma ero lì. E ho fatto partire un video in diretta sempre su facebook. Come per il punto 1) i commenti erano non proprio il massimo. Ricordo, ed oggi sorrido, che in tanti scrivevano che era normale non ci fosse nessuno, che a quell’ora la gente era la lavoro. Secondo me mentivano sapendo di mentire. Tutti sapevano che quella situazione non era normale. Ma forse non ci si voleva credere.
  3. Castello Sforzesco. Durante il primo lockdown sono uscito per lavoro solo una volta. In realtà sarei dovuto uscire anche una seconda, ma non ce l’ho fatta: la prima ed unica uscita mi ha lasciato così male che non me la sono sentita di ripetere l’esperienza. In sella al mio scooter parto da zona San Siro ed arrivo al Castello. Lì, oltre a me, c’erano solo 2 carabinieri a cavallo ed una pattuglia della polizia di stato. Era una bella giornata di sole ma tutto era bruttissimo. Sarà un’immagine indelebile, ne sono certo
  4. Parco del fanciullo. E’ il parco sotto casa. Per oltre due mesi è stato l’unico luogo dove giravo. In tondo. Ho visto gli alberi cambiarsi l’abito, da quello invernale a quello primaverile camminando in mezzo a loro ogni giorno, più volte al giorno. Ho fotografato alberi spogli e poi pieni di germogli e quindi foglie, in quella primavera che, magari ricorderete, è arrivata con largo anticipo. E da questo parco per settimane sono arrivati gli unici suoni che sentivo: i suoni della natura. Una, forse l’unica cosa bella di quel periodo
  5. Ospedale San Raffaele. Non l’ho visto dal vivo, ma ho sentito le sirene dell’ambulanza che sembrava non smettessero mai di passare attraverso un telefono. Ho visto scatti fotografici di questo ospedale che ancora oggi a ripensarci non mi sembra vero.
  6. Piazza del Duomo. Non c’ero ma ho visto il servizio di Christian Pradelli per Mitomorrow. Sembrava fantascienza. Sembrava un altro mondo, non il mio. Piazza del Duomo non poteva essere così spettrale, con i soli piccioni e nessuno altro. Delle tante immagini viste della piazza più famosa di Milano, quelle sono state le più toccanti per me.
  7. Rebelot. Beata ignoranza. 5 marzo 2020, ore 19.00. Aperitivo di lavoro. Era la settimana del “Milano non si ferma“. Ci avevo creduto. Quella che in tanti definiscono la vecchia normalità per me è finita lì, in quel locale, dopo uno Sbagliato ed una ciotola di patatine.
milano 2020
milano 2020

Santo Stefano con il sole, ma la neve è in arrivo

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La mattina di Santo Stefano è cominciata con un be cielo blu ed il sole che finalmente è tornato ad illuminare Milano.

Saranno i giorni di festa, di zona rossa o non sappiamo cosa, ma facciamo fatica a ricordare quanto è stato l’ultimo giorno senza nebbia o pioggia: ci voleva una bella giornata per rivitalizzare anche l’umore.

Notizia che ormai gira da qualche giorno è però quella che da qui a 48 ore potremmo trovare la neve in città: la Protezione Civile ha già diramato un’allerta meteo proprio tra domenica e lunedì.

In Comune si è svolto un “tavolo neve” che ha coinvolto diversi soggetti proprio per essere pronti qualora dovesse nevicare. Il freddo nel frattempo è arrivato: la colonnina di mercurio ha segnato valori sotto lo zero e quindi le premesse ci sono tutte.

Come da tradizione, in tanti pubblicheranno le foto dell’ormai lontano inverno 1985: a noi un filo di neve in città piace, ma così tanta vogliamo solo vederla in fotografia.

 

 

 

El Panatton

‘Dèss ch’el nòster disnaron
pòdom mettel in canton
dèmm inizzi cara gent
a ‘sto bèll avveniment.

Dai dèmm-sù ‘na cavezzada
a ‘sta bèlla taolada
e lì in mèzz, a ben vedè
mettèmm lì el nòster Rè.

Sì son ‘dree parlà de lù,
quèll che adèss l’è lì faa-sù
l’è lì dent in del carton:
pròppi lù el panatton!

Se va adasi, con passion
a dervì la confezion.
El se dèrva dal desòtt,
poeu se squatta ‘l cappellòtt,
via la graff dal sò sacchètt
vardel lì ‘me l’è perfètt ,
che profumm, che bon odor
l’è fin bèll el sò color.

Gh’è l’ughètta on poo brusada
e la crosta on poo creppada,
i candii ghe dann el bon
al gran Rè, el panatton.

Col cortèll cont i seghètt
tajéll-giò in tanti fètt,
sì però fà minga el pioeugg
i tò fètt gh’hann fina i oeugg
stà on poo largh, giò on bèll fetton
che l’è bon el panatton!

E per nò podè ingosass,
pian pianin, senza frecass
se compagna el boccon
col vin bianch, ma ch’el sia bon!

Dai brindèmm, sù con la man
viva el dolz del nòst Milan!

Il Natale degli Alberi

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Il Natale degli Alberi è un format di Marco Balich, donato dalla Fondazione Bracco alla città di Milano.

Obbiettivo riportare gioia, solidarietà e bellezza in città: a questa prima edizione hanno partecipato 21 sponsor privati ​​che hanno realizzato “Alberi d’Autore” diffusi nella città di Milano per celebrare il Natale 2020, rispettando le distanze sociali senza far sentire le persone sole.

Milano ha scelto di adottare il simbolo dell’albero per unire e raccontare una città composita e inclusiva attraverso i valori di solidarietà, sostenibilità e bellezza. Gli alberi non sono solo in centro ma anche in ogni quartiere con l’obiettivo di unificare tutte le zone della città con spettacoli di luci, colori e musica.

Creative and Executive Production
Balich Worldwide Shows

 

Yes, 2021 will be better than 2020. Here’s why

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Inizia così la newsletter che periodicamente ricevo da Bill Gates. E’ l’ultima, dice, del 2020. E pur non essendo particolarmente lunga, mette un paio di puntini sulle i che condivido con voi.

Partiamo dal titolo: sarebbe da rispondergli lo ammetto. “Bill, non è che ci voglia molto, sai?” ma tanto non leggerebbe la mia risposta quindi evito. Ciò non toglie che tutti in cuor nostro speriamo che sia effettivamente così: questo 2020 ormai in chiusura lo ricorderemo. Eccome se lo ricorderemo (anche se molti di noi lo vorrebbero dimenticare per sempre).

E’ curioso quanto poi si legge nella newsletter. Curioso lo intendo come interessante, giacché sposta l’attenzione dal covid, sottolineando come il vaccino che orami sta per partire in buon parte del mondo, darà modo a tanti di tornare verso quella normalità che abbiamo lasciato praticamente un anno fa.

Anche qui mi verrebbe da dire che non sono proprio completamente d’accordo: la normalità che abbiamo lasciato a cavallo tra la fine del 2019 ed i primi due mesi del 2020 non sarà la stessa che avremo in futuro. Ci abitueremo ad averne una nuova. Peggiore? Migliore? E chi lo sa.

E questa mia affermazione trova in un certo senso conferma nell’ultima parte della newsletter del buon Bill, il quale dice che il 2021 dovrà darci modo di lottare e lavorare per un altro grande problema, forse ancora più pericoloso se non considerato nel giusto modo rispetto al covid: il cambiamento climatico.

Gates afferma infatti che si dovrà lavorare duramente, ma che le premesse per compiere un passo davvero importante ci sono tutte. E che questo sarà fondamentale per il futuro. Nostro e di chi verrà dopo.

Se in prima battuta l’ho letta un po’ come scaramuccia politica (sappiamo come ha affrontato la questione l’attuale presiedente Usa e come invece potrebbe essere l’approccio del presidente eletto), mi rendo altresì conto che questo covid, stramaledetto, abbia tolto a tanti il focus su tanti argomenti che se lasciati nel dimenticatoio, potrebbero davvero diventare ingestibili. Ed il clima è certamente uno di questi.

Ma alla fine di tutto questo, noi possiamo fare qualcosa? La gente, noi tutti, abbiamo modo di dare una mano, contribuire? Vanno benissimo le manifestazioni, le proteste e gli accorati appelli, ma oltre a questo, possiamo fare di più, essere sul pezzo e contribuire?

A mio avviso sì, ed anche molto di più di quanto si possa immaginare. Ecco, questo sarà un argomento che affronteremo prossimamente ed abbastanza spesso. Non necessariamente qui, su questo canale. Presto vi aggiorneremo.

Yes, 2021 will be better than 2020. Here’s why
Yes, 2021 will be better than 2020. Here’s why