Pinacoteca Ambrosiana: più milanese di così! Eppure, spesso ci si confonde o non si hanno le idee abbastanza chiare sulla meraviglia che qui vi vogliamo raccontare.
Partiamo dalla biblioteca, o per meglio dire la Veneranda Biblioteca Ambrosiana. Fu Federico Borromeo a volerla: diede incarico di raccogliere stampe e manoscritti che sarebbe stati messi dove Lelio Buzzi e Francesco Maria Richini stavano costruendo questo nuovo edificio. Pochi anni dopo, nel 1611 Fabio Mangone ricevette incarico di aggiungere due saloni per l’Accademia e le raccolte d’arte.
La Pinacoteca Ambrosiana arriva dopo la Biblioteca
Due secoli dopo Giacomo Moraglia sacrificò la chiesa di Santa Maria della Rosa per realizzare il cortile che a sua volta nel 1923 venne trasformato nella sala di lettura.
La Biblioteca Ambrosiana fu tra le prime a dar modo a chiunque di poter entrare in contatto con una quantità di manoscritti e stampe: l’unica condizione era quella di saper leggere e scrivere. Oggi ospita oltre un milione di stampe, quarantamila manoscritti in tante lingue oltre ad incisioni, mappe, disegni. Qui, tra gli altri, troviamo il Codice Atlantico.
La Pinacoteca Ambrosiana fu fondata nel 1618 e fu sempre Federico Borromeo a dare il buon esempio: donò la sua collezione di statue, dipinti e disegni.
Oggi in queste incredibili 24 sale possiamo ammirare le opere di geni indiscussi quali Caravaggio, Leonardo, Raffaello, Tiziano, Botticelli. E non solo: oltre ai nomi conosciuti da tutti, alla Pinacoteca Ambrosiana possiamo gustarci opere di Procaccini, Crespi, Nuvolone, Tiepolo, Londonio, Hayez solo per citarne alcuni.

Pinacoteca Ambrosiana di Milano: 400 anni di arte e bellezza
Camminare circondati da questi capolavori è davvero emozionante. Ogni angolo racconta storie incredibili e fermarsi ad ammirare le opere dona una sensazione di pace e meraviglia
E se pensate sia finita qui (e basterebbe, credeteci) vi sbagliate. Camminare in questo museo d’arte, vuol dire anche vedere cose incredibili, come i guanti che Napoleone indossò a Waterloo o la ciocca di capelli di Lucrezia Borgia. E che dire delle opere di Leonardo da Vinci? Qui, l’espressione Leonardo a Milano trova la giusta consacrazione: nella Sala Federiciana, che già da sola merita una fermata con lo sguardo rivolto verso l’alto, ecco un pezzo di storia che il mondo ci invidia: il Codice Atlantico del genio di Leonardo da Vinci. Tra i fogli esposti troverete certamente quello che più di altri vi incuriosisce e guardarli da vicini ci regala un attimo a contatto con un genio incredibile.

E intanto che siete qui, in questa sala, seguite la freccia che indica una sala quasi nascosta da un tendone: eccovi davanti ad un pezzo di storia di Mediolanum. Ai vostri piedi infatti un pezzo importante di quelle che erano le terme Erculee, portate qui dalla sua antica collocazione, quella che oggi chiamiamo largo Corsia dei Servi, a due passi da piazza San Babila.
E’ uno di quei luoghi che Milano conserva forse troppo gelosamente, come se avesse paura di farsi conoscere per quello che è davvero: una incredibile città d’arte.
A questa veloce descrizione, aggiungiamo prima di chiudere, il resoconto di un esperimento che abbiamo condotto due anni fa. Durante una serata del nostro aperitivo storico a cui erano presenti più di 100 persone, abbiamo mostrato le fotografie di alcune delle opere che qui abbiamo citato: foto di quadri che la Pinacoteca Ambrosiana ospita.
Scorrendo sullo schermo, abbiamo appositamente citato gli autori ed abbiamo appositamente detto che per vedere queste meraviglie saremmo dovuti andare al Louvre di Parigi. Pochissime le persone che ci hanno guardato storte, e tante, forse troppe quelle che si sono meravigliate quando abbiamo confessato che possono essere viste a pochi passi dal Duomo.
Non vi resta che fare un bel giro alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano.
