venerdì,16 Maggio,2025
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Strega comanda color…

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Strega comanda color… temo che pochi ricordino questo modo di dire. Era un gioco, un gioco da bambini di tanti anni fa.

Perchè lo ricordo proprio oggi? Perchè poco fa, dopo l’annuncio che da lunedì la Lombardia e quindi Milano torneranno ad essere in zona arancione, mi è tornato in mente. Certo, qui non c’è la strega, ma…

Ho già letto qualcuno dire che “ormai dovremmo essere abituati“: io non so voi, ma io mica tanto. Già in questo momento mi sto chiedendo cosa è che non potrò fare rispetto a questa settimana. Non me lo ricordo.

Sia chiaro: rimango e rimarrò dell’idea che se viene presa questa decisione è per motivi che sicuramente sono stati verificati, di conseguenza almeno per quel che mi riguarda non ci sarà nè una critica nè disappunto. Se così viene stabilito, accetto. Non sono un tecnico, non sono uno scienziato e non conosco questi meccanismi. Continuo a riporre fiducia in chi decide queste cose.

Ciò non toglie che sia un po’ frastornato, sia dal punto di vista personale, umano, che professionale. E ho paura di non essere il solo.

Strega comanda color…. arancione!!

City Life e Vigorelli in una azzurra giornata di febbraio

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Un passaggio rapido a fianco di City Life e del mitico Vigorelli per vedere come “stanno” dopo qualche tempo che non si passava di qui.

City Life lo sappiamo è in attesa di proseguire i lavori per il completamento del progetto, ma come testimoniano le tantissime foto che girano in rete, i tre grattacieli sono diventati un punto fermo della città. E non solo loro!

E che dire del mitico Vigorelli? E’ sempre rassicurante vederlo al suo posto, anche se…

Niente polemiche ad ogni modo: ecco qui il giro di ieri!


Fondazione Carriero, l’arte nell’arte

Fondazione Carriero si trova in via Cino del Duca, 4 a Milano. E’ uno spazio espositivo e un museo fondato dall’imprenditore e collezionista Giorgio Carriero.

La Fondazione Carriero è ospitata all’interno del quattrocentesco Palazzo Parravicini e in una parte nel contiguo e settecentesco Palazzo Visconti. Gli ambienti sono stati sapientemente ristrutturati dal team dell’architetto Gae Aulenti che ha suddiviso gli spazi in sette sale espositive ripartiti su due piani.

L’intento della Fondazione Carriero è quello di promuovere la divulgazione e la valorizzazione dell’arte e della cultura moderna e contemporanea attraverso mostre e attività che coinvolgono artisti nostrani ed internazionali.

Suggestivo il contrasto che si crea tra gli ambienti che hanno conservato un sapore antico e la modernità delle opere esposte. E’ una visita all’arte nell’arte che inizia già dall’esterno osservando l’edificio in mattoni rossi di cotto di Casa Parravicini e la facciata di Palazzo Visconti con i suoi balconcini e timpani posizionati sopra le finestre in marmo bianco.

Inaugurata nel 2015 la Fondazione Carriero ha accolto nei suoi spazi mostre particolari ed interessanti come” Imaginarii” uno studio intorno alla concezione contemporanea dello spazio e alla sua esperienza dove gli artisti Gianni Colombo, Giorgio Griffa e Davide Balula si sono messi in relazione per raccontare, attraverso le loro opere, come gli oggetti non esistono per via della loro presenza fisica, ma per effetto di ciò che vediamo.

Fondazione Carriero, l’arte nell’arte

Anche la più recente “Lygia Pape” tenutasi nel corso del 2019 è stata interessante perché curata con l’intento di sottolineare l’eclettismo e la poliedricità dell’artista brasiliana, una tra le maggiori esponenti del Neoconcretismo in Brasile, scomparsa nel 2004.

Bella l’iniziativa della Fondazione Carriero Educational rivolta agli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado che promuove un progetto educativo di visite e laboratori gratuiti.

In attesa di sapere quale sarà la prossima mostra attendiamo che la Fondazione, rimasta chiusa a causa dell’emergenza Covid, riapra i battenti.

Fondazione Carriero - foto di https://fondazionecarriero.org/it/
Fondazione Carriero – foto di https://fondazionecarriero.org/it/

Inconsapevole leggerezza del non sapere

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Posso immaginare che siate sommersi di articoli, giornali e da quanto so, a breve anche di libri, che trattano l’argomento. Mi perdonerete se anche io di tanto in tanto lego i racconti su Milano a quelli che ho vissuto personalmente quando tutto ha avuto inizio.

Già: tutto ha avuto inizio un anno in questo periodo. Scherzosamente in seguito dissi che ci sarebbe stato un “d.c.” dove il povero Cristo lascia lo spazio a Coronovarirus. Un dopo che stenta ad arrivare e le nostre vite sono ancora in balia di tante limitazioni.

Non so, non ricordo o non voglio ricordare quale giorno preciso fosse, ma so che non siamo molto distanti dall’anniversario. Era una mattina, presto. Come sempre la prima telefonata era quella: ci si sentiva per organizzare la giornata e capire cosa fare. Così fu anche un anno fa, ma prima di salutarci, dissi: “sai, con tutto sta roba che sta succedendo forse è meglio se oggi non ci vediamo. Non tanto per noi, quanto per i ragazzi.”

La risposta fu dello stesso tono: “Ci ho pensato anche io. Sì, credo sia meglio“. Non volendo essere disfattista e soprattutto avendo in corpo una dose di ottimismo che i seguenti mesi hanno prosciugato (ma non del tutto) aggiunsi che “al massimo ci vediamo dopodomani”.

Quel dopodomani è diventato leggermente più lungo: 5 mesi. A scriverlo mi fa ancora impressione: ha fatto in tempo a finire l’inverno, iniziare la primavera e praticamente lasciare quasi il posto all’estate. 5 mesi che hanno contribuito a cambiare tanto, tantissimo. Anche per me.

Inconsapevole leggerezza del non sapere
Inconsapevole leggerezza del non sapere

Rotonda di San Lorenzo a Mantova

Siamo a Mantova ed eccoci davanti alla Rotonda di San Lorenzo. E’ la chiesa più antica della città e già questo dovrebbe bastare per buttarci un occhio.

Fondata tra la fine del XI secolo e l’inizio del XII per volere di Matilde di Canossa è ispirata alla Chiesa del Santo Sepolcro, a Gerusalemme, e dedicata a San Lorenzo.

La Rotonda di San Lorenzo è ovviamente a pianta centrale, con un matroneo al primo piano. Un deambulatorio precede e circonda la navata, caratterizzata da otto colonne e un piccolo abside. Interamente in cotto, come da pura tradizione lombarda, conserva però due colonne di marmo, alcune formelle e pilastrini in pietra ancor più antichi e provenienti da edifici scomparsi.

Completamente affrescata in origine, ora non resta molto, ma quanto basta per esserne affascinati. In particolare sono leggibili quelli di alcune volticelle: per lo schema rigido della composizione e della decorazione si può dedurre che l’autore sia un maestro dell’XI secolo, ancora legato alla scuola bizantina.

Rotonda di San Lorenzo a Mantova

Nell’abside un frammento più tardo rappresenta San Lorenzo sulla graticola. Nel 1579 la Rotonda di San Lorenzo fu chiusa al culto per volere di Guglielmo Gonzaga e per oltre trecento anni, alterata e coperta da superfetazioni murarie, fu adibita ad abitazioni e negozi.

Crollata la cupola, la navata rimasta a cielo aperto veniva usata come cortile. “Ritrovata” nel 1906, fu liberata dalle parti architettoniche non pertinenti, restaurata e riaperta al culto. Viene conservata, tutelata e aperta al pubblico dall’Associazione per i Monumenti Domenicani.

Rotonda di San Lorenzo
Rotonda di San Lorenzo

 

Fonderia Napoleonica Eugenia, suono di campane

Fonderia Napoleonica Eugenia si trova in via Genova Thaon di Rivel a Milano nel quartiere Isola. Oggi è un luogo di lavoro, arte e cultura che viene usato come location per mostre, manifestazioni culturali e presentazioni.

Un tempo questi locali erano parte del convento della cinquecentesca chiesa di Santa Maria alla Fontana che insieme ai suoi terreni, nel 1806, venne requisita dall’esercito francese. Eugenio di Beauharnais, decise di destinare alcuni locali del convento all’apertura di una fonderia di bronzo. Alla guida mise i fratelli Manfredini, orafi capaci e fonditori esperti, che fece rientrare da Parigi per affidargli questo importante incarico.

La fonderia, dedicata al viceré, venne chiamata Eugenia e qui vennero create non solo fusioni d’arredo come decorazioni per mobili, calamai e pendole ma anche opere più imponenti come la sestiga che vediamo oggi sull’Arco della Pace presso il Parco Sempione.

Fonderia Napoleonica Eugenia, suono di campane

Nel 1851 i Barigozzi, un’abbiente famiglia che possedeva diverse fonderie nel nord Italia e nel Canton Ticino, cominciò ad utilizzare la Fonderia Napoleonica Eugenia per la produzione di campane. Nel 1868 ne divenne proprietaria e la dotò di un forno a riverbero grazie a cui fu possibile realizzare più campane con una sola fusione.

Le campane qui prodotte venivano montate non solo sui campanili lombardi e piemontesi ma anche su quelli di altre regioni d’Italia e del Canton Ticino. All’inizio del XX secolo la distribuzione raggiunse il Sud America dove erano presenti molte comunità italiane ed anche Malta, la Somalia e la Libia.

Durante la Seconda Guerra Mondiale le campane vennero requisite e fuse per ricavarne rame e stagno da utilizzare per fini bellici. Alla fine del conflitto l’attività riprese per soddisfare la richiesta delle missioni religiose africane ed asiatiche. La produzione di campane si esaurì intorno al 1960 quando la richiesta andò sempre più scemando.

I Barigozzi proseguirono la loro attività fino al 1975 dedicandosi alle produzioni artistiche, attività che portarono avanti in parallelo con la creazione delle campane. Furono loro a fondere la statua equestre per il monumento di Vittorio Emanuele II in piazza del Duomo. Sempre loro la fusione del monumento di Alessandro Manzoni situato in piazza San Fedele ed anche quello di Luciano Manara collocato nei Giardini Pubblici a Milano.

Oggi la Fonderia Napoleonica Eugenia ospita il Museo della Ditta Fratelli Barigozzi dove sono conservati documenti, fotografie, strumenti ed attrezzature.

Fonderia Napoleonica Eugenia
Fonderia Napoleonica Eugenia