martedì,20 Maggio,2025
Home Blog Pagina 24

Chiesa di San Giovanni alle Quattro Facce

Chiesa di San Giovanni alle Quattro Facce. Cosa? Chi? Dove?

Non preoccupatevi: se non la ricordate o non l’avete mai sentita è perchè siete troppo giovani. Questa chiesa non esiste più da due secoli circa. Non è la prima volta che parliamo di chiese scomparse nel corso della storia di Milano. Sono purtroppo tante le chiese di cui abbiamo notizie e che purtroppo non possiamo vedere.

Conoscere queste chiese, la loro storia, quando sono state costruite e perchè, spesso ci dà indizi importanti sulla città odierna: tanti i casi in cui le chiese scomparse sono rimaste nei nomi delle vie o delle piazze. Altre volte invece si perde completamente la loro memoria: per questo motivo ci piace poterle raccontare su queste pagine.

La chiesa di San Giovanni alle Quattro Facce deve il suo nome a quella che c’era prima di lei, ovvero un tempio romano dedicato a Giano Quadrifronte: si avete letto bene. Il doppio rispetto al normale bifronte: non solo passato e futuro, ma anche interno ed esterno. Poteva vedere davvero tutto: nord, sud, est ed ovest.

Come accaduto per tanti altri templi pagani, con il cristianesimo in ascesa, venne convertito, in questo caso con lo zampino proprio di Sant’Ambrogio, in una chiesa: il periodo esatto della costruzione non lo si conosce, ma alcuni documenti citano la chiesa nel 965. Secoli dopo, nel 1600, Francesco Maria Richini ci mise mano, una mano molto pesante, visto che la ricostruì completamente.

Chiesa di San Giovanni alle Quattro Facce

Ma dove era questa chiesa? In prossimità delle vecchie mura romane in quelle che oggi chiamiamo via Arrigo Boito e piazzetta Giordano dell’Amore: a due passi da via dell’Orso insomma. All’epoca ovviamente avremmo trovato un altro nome, guarda caso proprio contrada di San Giovanni alle Quattro Facce.

Sappiamo anche, grazie proprio al lavoro del Richini come era questa chiesa: rettangolare, con tre navate e tre ingressi. Nove erano le finestre, tre le cappelle così come gli altari.

La chiesa venne demolita nel 1786.

Chiesa di San Giovanni alle Quattro Facce - giano bifronte
Chiesa di San Giovanni alle Quattro Facce – giano bifronte

Giacomo Leopardi – Carta Penna e Calamaio. Perché si può parlare di Leopardi anche sorridendo…

0

Piera Poli Berneri presenta la sua opera dedicata a Giacomo Leopardi, ponendo la sua attenzione non tanto al poeta, quanto all’uomo ribelle e fragile, amaro e aspro, ironico e comprensivo, appassionato e disincantato, gelido razionalista e sognatore, generoso e puerilmente ostinato, assetato di vita e incapace di vivere.

E che cosa c’è di più quotidiano del cibo? E allora i riferimenti ai suoi gusti culinari, al caffè al cioccolato, ai buoni biscotti, alle cialde calde, a cappelletti, ai confetti, ai gelati e quella lista di 49 piatti che il bravo cuoco Ignarra cercava di mettere sulla sua tavola.

“Giacomo Leopardi – Carta Penna e Calamaio”, un libro che vuole stimolare la curiosità

Giacomo Leopardi – Carta Penna e Calamaio è un libro che non vuole tanto dare risposte quanto suscitare domande, stimolare curiosità, nella speranza di avvicinare i lettori al grande genio della Ginestra senza timori reverenziali, a piccoli passi perché si può parlare di Giacomo Leopardi anche sorridendo.

L’incontro con Piera Poli Bernari sarà presentato da Maria Cristina Scalabrini. Letture a cura di Sofia Luce Cornelli.

Seguirà un aperitivo con alcune delle ricette preferite da Leopardi tra cui Bignè di patata, Polpette, Gnocco di polenta e prosciutto e Frittelle di riso. In abbinamento un calice di Verdicchio, il vino prediletto da Leopardi.

L’ appuntamento che si terrà venerdì 14 marzo alle 18.30 presso Eataly Milano Smeraldo – Palco è gratuito, si consiglia la prenotazione su www.eataly.it

 

 

Politecnico di Milano: un primato che viene da lontano

Il Politecnico di Milano è un’università scientifico-tecnologica che forma ingegneri, architetti e designer.

Fondato il 29 novembre 1863 da Francesco Brioschi, si chiamava Regio Istituto Tecnico Superiore, si trovava nel Palazzo del Senato e contava 36 studenti. Oggi offre corsi di ingegneria, architettura e disegno industriale: in principio l’unica facoltà era quella di ingegneria.

Nel 1865 venne attivato il corso di laurea in architettura. L’ anno successivo la sede venne spostata al Palazzo della canonica in Piazza Cavour. Dovettero passare poco più di sessant’ anni prima che l’ateneo venisse trasferito nella sede attuale in piazza Leonardo da Vinci in Città Studi.

Politecnico di Milano ed il premio Nobel

Nel 1953 viene inaugurato il primo centro di calcolo dell’Europa continentale. Dieci anni più tardi il professore di chimica industriale Giulio Natta, grazie ai suoi studi sulle materie plastiche, ricevette il premio Nobel. Il Politecnico di Milano vanta una collaborazione importante con Telespazio e Telettra grazie a cui nel 1977 viene messo in orbita il satellite Sirio.

L’ateneo ha due sedi principali: una in Città Studi e l’altra in Bovisa a cui fanno capo le strutture decentrate di Lecco, Como, Cremona, Mantova, Piacenza e Shanghai.

Nel 2000 nasce la Facoltà di design diventata poi Scuola del design e quattro anni dopo, grazie alla collaborazione con il Politecnico di Torino nasce l’Alta Scuola Politecnica.

Quali sono i dipartimenti del Politecnico per tutti “Polimi“?

Architettura e studi urbani, Architettura ingegneria delle costruzioni e ambiente costruito, Chimica materiali e ingegneria chimica, Design, Elettronica informazione e bioingegneria, Energia, Fisica, Ingegneria civile e ambientale, Ingegneria gestionale, Matematica, Meccanica e infine Scienze e tecnologie aerospaziali.

Altrettanto vero ed anche un po’ curioso che la ricerca più diffusa sui motori di ricerca è “politecnico di milano ingegneria

Prima di concludere poniamo un attimo l’attenzione sul logo del Politecnico di Milano: è una rappresentazione stilizzata di un particolare dell’affresco vaticano La Scuola di Atene di Raffaello che ritrae Euclide intento a dimostrare agli allievi che lo circondano, un teorema geometrico con l’aiuto di un compasso.

politecnico di milano
politecnico di milano

Chiesa di Santa Febronia: quel che resta in corso Garibaldi

Nascosti fra gli edifici di Corso Garibaldi si trovano i resti dell’ex Chiesa di Santa Febronia.

“Una piccola chiesa con un unico altare”, così la descrisse nel 1738 il Sacerdote Serviliano Latuada.

La chiesa di Santa Febronia,del XVII secolo, dedicata a una martire cristiana, venne eretta nel 1644 su iniziativa del sacerdote Francesco Maria Grasso. L’obiettivo era recuperare le ragazzine sotto i 12 anni, figlie di prostitute o orfane, per evitarne la deviazione verso la cattiva strada. Nel 1784, sia l’oratorio che la chiesa furono soppressi e le giovani residenti furono trasferite alle Stelline.

Chiesa di Santa Febronia: quel che resta in corso Garibaldi

La chiesetta non si distingueva per un grande valore architettonico: presentava una sola navata divisa in due sezioni da un arco, con l’altare principale di fronte all’entrata (del quale ancora oggi si intravede il profilo), e la navata con tre altari e tre finestre ai lati.

Dopo la sconsacrazione, l’edificio fu adibito a magazzino fino alla Seconda Guerra Mondiale, quando perse definitivamente il tetto e la copertura.

Essendo all’interno di una proprietà privata, non si può visitare, ma sbirciando da corso Garibaldi o tramite Google Earth..

 

INTRECCI #4: MA*GA E MISSONI PER L’ARTE E L’EDUCAZIONE

0

Anche per il 2025, al Museo MA*GA di Gallarate (VA), torna INTRECCI, quarta edizione del progetto sostenuto dal MA*GA, dalla Maison Missoni, dalla Fondazione Ottavio e Rosita Missoni e dall’Archivio Missoni, che offre percorsi teorico pratici sul linguaggio tessile.

INTRECCI#4 propone due tipologie di approccio.

Nel primo caso, le masterclass A ritmo di telaio, dedicate ai dipendenti della Maison, ai docenti e al pubblico adulto del Museo, consentono di avvicinarsi al mondo del tessuto e della tessitura e d’immergersi nell’universo creativo di Ottavio e Rosita Missoni.

Gli incontri, della durata di circa 90 minuti, tenuti in orario pomeridiano, danno la possibilità di giocare con i preziosi filati messi a disposizione dalla Maison Missoni abbinando materiali e colori su piccoli telai da tavolo, il tutto nella prestigiosa cornice della Sala Arazzi Ottavio Missoni del MA*GA.

Orditi e trame danno vita a coloratissimi tessuti che i partecipanti potranno portare a casa, prendendo atto di come il Made in Italy si fondi su grandi competenze artigianali.

Calendario appuntamenti aperti a pubblico e docenti: 1° aprile, 6 maggio, 16 e 25 settembre, 30 ottobre, 18 novembre, 9 e 18 dicembre, 16.30-18.00.

Nel secondo caso, sono previsti due cicli di laboratori per le Scuole Secondarie di Primo e Secondo Grado dove le studentesse e gli studenti avranno la possibilità di riflettere sui diversi linguaggi dell’arte visiva, avvicinandosi alle opere della collezione permanente e delle mostre temporanee ospitate dal MA*GA, scoprendo così il profondo legame fra la produzione tessile e l’ambito artistico, tecnologico e sociale.

Intrecci #4 - Intrecci Ma*ga e Missoni per l'arte e l'educazione. Foto di Stefano Anzani
Intrecci #4 – Intrecci Ma*ga e Missoni per l’arte e l’educazione. Foto di Stefano Anzani

Intrecci #4: La trama racconta

La trama racconta è il titolo dei laboratori teorico pratici della durata di un incontro, per le Scuole Secondarie di Primo Grado.

Partendo dalla visita alla Sala Arazzi Ottavio Missoni, le ragazze e i ragazzi andranno alla scoperta della storia del tessuto e del legame con il territorio gallaratese, osservando forme, ritmi e colori che caratterizzano le splendide creazioni di Missoni, realizzate con i tessuti che hanno reso l’azienda famosa in tutto il mondo.

Su piccoli telai da tavolo le studentesse e gli studenti utilizzeranno stoffe e filati per creare un tessuto, selezionando colori e materiali secondo la loro personale ricerca e sensibilità.

Da marzo a dicembre 2025, da martedì a venerdì, 9.30-12.00; 14.00-16.00.

Alle Scuole Secondarie di Secondo Grado è rivolto il corso teorico pratico della durata di 15 ore, dal titolo ASTRAZIONE E COLORE, dedicato ai legami fra arte, industria e territorio in un programma di orientamento alle professioni del tessile.

Gli appuntamenti espositivi del MA*GA per il 2025 si preannunciano come un’opportunità per esplorare la ricchezza dei temi dell’astrazione e del colore grazie a due progetti di grande respiro storico artistico: l’importante riallestimento delle opere della collezione permanente, che ripercorrerà la storia dei 75 anni del Premio Gallarate, e la grande mostra dedicata a Kandinsky e la sua eredità nella pittura astratta italiana.

Le rassegne, con i loro temi legati alla progettazione del colore e delle superfici pittoriche, offriranno l’occasione per creare ponti col linguaggio del tessile, emblema della multidisciplinarità e della creatività del marchio Missoni.

Su 16 telai a pettine liccio progettati dal Museo, studentesse e studenti avranno la possibilità di immergersi nella progettazione e nella produzione di tessuti sperimentali, che verranno successivamente valutati e premiati da una commissione dando la possibilità ai vincitori di partecipare a una visita speciale all’Archivio Missoni e alla sede produttiva della Maison.

Da marzo a dicembre 2025, da martedì a venerdì, giorni e orari da concordare.

Valido per P.C.T.O. (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento).

Intrecci #4 - Intrecci Ma*ga e Missoni per l'arte e l'educazione. Foto di Stefano Anzani
Intrecci #4 – Intrecci Ma*ga e Missoni per l’arte e l’educazione. Foto di Stefano Anzani

 

“Per presentare l’edizione #4 del progetto INTRECCI. MA*GA E MISSONI PER L’ARTE E L’EDUCAZIONE – afferma Luca Missoni, Direttore Artistico dell’Archivio Missoni è stata scelta la sede dell’Archivio Missoni, un luogo che oltre al DNA del brand custodisce l’opera artistica di Ottavio Missoni i cui arazzi, esposti al museo MA*GA in un’installazione permanente, sono la fonte di ispirazione di questo coinvolgente progetto educativo e culturale”.

“È sempre motivo di orgoglio per il MA*GA inaugurare una nuova annualità del progetto INTRECCI, che rappresenta uno dei punti focali della collaborazione che il Museo ha all’attivo con la Maison Missoni – ricorda Emma Zanella, Direttrice del MA*GA. Questa partnership ormai consolidata s’inserisce nel più ampio Patto per le Arti, il lungimirante progetto di cooperazione tra la nostra istituzione e le imprese che si fanno promotrici dei valori di responsabilità sociale e valorizzazione della cultura del territorio. Proprio quest’anno, inoltre, ricorre il decimo anniversario della Sala Arazzi Ottavio Missoni, la cornice d’eccezione dei progetti espositivi che legano arte, moda e DNA Missoni”.

Tutte le attività sono gratuite grazie al contributo di MA*GA e MISSONI S.p.A.

La prenotazione è obbligatoria (intrecci@museomaga.it; tel. 0331 706011)

Intrecci #4 - Intrecci Ma*ga e Missoni per l'arte e l'educazione. Foto di Stefano Anzani
Intrecci #4 – Intrecci Ma*ga e Missoni per l’arte e l’educazione. Foto di Stefano Anzani

 

Fondazione Prada: la casa dell’arte. E non solo

Fondazione Prada va oltre la sede di largo Isarco 2. La sua storia è antecedente di ben 23 anni all’apertura delle sede milanese. Ma andiamo con ordine.

 

Presieduta da Miuccia Prada e Patrizio Bertelli, Fondazione Prada dedicata forze ed energie alla divulgazione dell’arte contemporanea. Dal 1993, anno della sua fondazione, ha organizzato mostre tra Milano e Venezia dal richiamo internazionale: Walter De Maria, Nathalie Djurberg, Anish Kapoor solo per citarne alcune.

Allo stesso tempo Fondazione Prada ha voluto dare visibilità a rassegne cinematografiche quali Italian Kings of the Bs. Storia segreta del Cinema Italiano 1949-1976 e Storia Segreta del Cinema Russo.

Dopo l’inaugurazione della sede di Venezia, il 9 maggio del 2015, a pochi giorni dalla partenza di Expo, ecco il nuovo spazio espositivo a Milano. Una sede che unisce spazi pre-esistenti con nuovo costruzioni: qui infatti ad inizi ‘900 avremmo trovato una distilleria.

Con oltre 19 mila metri quadri, la nuova sede milanese accoglie i visitatori con un’area dedicata ai bambini ed un bar che ci trasporta nell’atmosfera dei tipici caffè milanesi. La sensazione quando si entra per la prima volta è subito quella di…non sapere cosa aspettarsi: c’è infatti da sorprendersi molto quando si entra nella sede milanese di Fondazione Prada, a prescindere dal motivo per il quale si è venuti. Mostre e rassegne sono solo una parte di quello che si percepisce una volta varcata al soglia d’ingresso.

Tantissime le attività  proposte a Milano alla Fondazione Prada: il giorno dell’apertura Robert Gober e Thomas Demand realizzarono installazioni che dialogavano con le architetture industriali mentre Roman Polański presentò un documentario inedito.

Nel corso di questi anni sono state decine le presentazioni, le mostre e le attività qui proposte, da Atlante del gesto, Recto Verso, Flesh, Mind and Spirit, Goshka Macuga: To the Son of Man Who Ate the Scroll, L’image volée, Tv70: Francesco Vezzoli guarda la Rai, Leon Golub, H. C. Westermann e Famous Artists From Chicago. 1965-1975 per citarne solo alcuni dei titoli.

fondazione prada
fondazione prada