Parabiago, storia arte e calzature

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parabiago
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Parabiago. Siamo a circa 20 km a nord-ovest di Milano. Sorge a ridosso del fiume Olona e il canale Villoresi e la sua origine risale al XIII secolo a.C.

In epoca romana da qui passava la via Severiana Augusta, che collegava Milano al Verbano. La chiesa di Parabiago diventò capo pieve intorno alla fine del 1200 quando la famiglia Crivelli era capostipite della contea.

Nel 1582 la chiesa cittadina venne declassata a parrocchia per volere di San Carlo Borromeo. Successivamente, sotto il governo austriaco, nacque il Collegio dei Cavalieri, una scuola fondata per i figli delle famiglie nobili milanesi. Un vanto di Parabiago è aver dato i natali al Maestro d’Intarsio Giuseppe Maggiolini a cui, nel 1780, si rivolse il famosissimo architetto Giuseppe Piermarini, incaricato di disegnare la facciata della Chiesa dei S.S. Gervasio e Protasio.

Nel 1798 Parabiago va sotto al distretto di Legnano. Con la rivoluzione industriale Paolo Castelnuovo fonda, nel 1899, la prima fabbrica di scarpe a cui seguirà l’apertura di tante altre fabbriche di questo settore. Parabiago infatti diventerà la Città della calzatura.

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Parabiago la cittadina della calzatura

Andiamo ora a dare un’occhiata al paese. Ci sono diverse chiese da visitare. La prima è la chiesa prepositurale dei santi Gervasio e Protasio le cui origini risalgono probabilmente al V secolo. La struttura attuale fu edificata nel 1610 per volere del vescovo San Carlo Borromeo. La facciata è di epoca più recente, risale alla fine del ‘700, e fu progettata da Giuseppe Piermarini.

Altra chiesa da vedere è quella di Sant’Ambrogio della Vittoria del 1339 che, nel corso dei secoli, è stata ampliata con il convento dei monaci di San Barnaba e Sant’Ambrogio ad Nemus e poi ricostruita e ingrandita, con gli edifici tuttora esistenti, dai monaci cistercensi. Tutto il complesso è stato dichiarato monumento nazionale nel 1913.

Molto bello, poi, il santuario della Madonna di Dio il Sà della fine del ‘400 attribuita al Bramante. Vi è poi la chiesetta di San Michele della prima metà del ‘600. Da vedere, inoltre, le due botteghe di Giuseppe Maggiolini nella piazza centrale e la villa Maggi-Corvini del ‘500 in via Santa Maria.

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