Un mese dopo

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un mese dopo
un mese dopo

Un mese esatto dopo aver scritto pensieri post quarantena, mi guardo attorno e mi chiedo cosa sia cambiato.

Qualcosa certamente: la gente esce di più, c’è più traffico, chi voleva tornare a casa in Puglia, in Sicilia, nel Lazio ha potuto finalmente farlo.

I ristoranti hanno aperto, i bar anche. Non tutti purtroppo. La fila al supermercato è solo un ricordo, i rumori del traffico hanno ripreso il sopravvento su quelli della natura che, dopo tre mesi di inaspettata libertà è tornata ad essere confinata.

Qualcuno ci dice che il virus non è più presente, altri invece raccomandano di non abbassare la guardia: la confusione insomma c’è sempre. Girando per la città difficile vedere qualcuno senza mascherina: magari alcuni la abbassano, ma in tutta onestà, almeno per quanto vedo girando, mi sembra che il comportamento generale sia di massima attenzione.

Molti sono tornati al lavoro, altri continuano a lavorare da casa. Gi ospedali per fortuna si sono svuotati, almeno per quel che riguarda il covid. I treni hanno ripreso a muoversi e gli aerei…quasi.

Insomma, siamo nella fase che chiamano 3 o due bis, questo non l’ho ancora capito e mi interessa poco. Però, c’è un però.

Non so voi, ma per quel che mi riguarda c’è ancora qualcosa che non torna. Mi sembra, o per lo meno questa è la mia sensazione, di essere ancora in una sorta di bolla, in attesa. Di cosa di preciso non lo so. Mi sembra sempre che debba esserci ancora una notizia, un avvenimento, qualcosa che faccia terminare una sorta di torpore che vivo e sento attorno.

Può essere che sia una cosa solo mia, ma… Quando giro ed incrocio la gente, nonostante la mascherina, gli occhiali da sole ed il cappello (capita, capita!) percepisco questa cosa che ho definito una presenza assenza. E beninteso, non sono certamente un sensitivo, eh!

Sbaglio? Spero di sì.

un mese dopo
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