Come il primo giorno di scuola

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come il primo giorno di scuola

Confesso che in questi due mesi abbondanti di quarantena non c’è stato un solo giorno in cui non abbia lavorato. Smart working, per me una costante da anni e tante altre cose, mi hanno tenuto impegnato più o meno nello stesso modo di sempre.

Anche io però ho aspettato “oggi” con quel gusto che mi ricorda la sensazione del primo giorno di scuola, dopo le ferie.

Posso immaginare che sia per tanti così, tornando dopo tanto tempo al lavoro, in negozio, in giro… una sensazione strana, almeno io l’ho sempre vissuta così, di gioia mischiata ad un leggero fastidio, quasi di timore.

Ebbene, oggi stiamo vivendo questa giornata: finalmente rivedremo i negozi riaprire, potremo andare al bar, prendere un panino, salutare le persone, il tutto ovviamente con le precauzioni che, a prescindere dalle varie ordinanze, ognuno di noi sa di dover osservare per il proprio bene e per quello di tutti gli altri.

Leggendo i primi commenti, le prime “impressioni”, mi sono reso conto che le sensazioni che in fondo in fondo sento dentro, sono condivise da altri. Dopo quello che è successo ognuno di noi, chi per un motivo chi per un altro, ha quasi paura di non trovare quello che si aspetta.

E’ senza dubbio un momento, quello delle prime uscite di questi giorni, di dubbio: ci sarà ancora? Sarà riuscito ad aprire? Cosa farà adesso? Tornerà anche lui/lei a lavorare? E poi tutto quello che è stato letto, a volte non proprio corrispondente alla realtà, ci pone qualche domanda in più.

E poi sì, c’è chi sa che quello che troverà fuori non è quello che ha lasciato. Ma a questo punto c’è solo una cosa che si può fare, l’unica davvero che abbia un senso. O almeno per me è così. Non trovo null’altro che io possa fare.

Perchè, anche oggi, il sole è spuntato.

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