I cifrari interpretativi dell’arte di Leonardo

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Photo by unknown / Pubblico dominio
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Leonardo da Vinci è forse uno dei personaggi che più di tutti ha influenzato il modo di pensare l’arte. I suoi affreschi e i suoi quadri, non meno degli scritti e di tutte le altre opere del suo infinito ingegno hanno affascinato e continuano ad affascinare gli studiosi che s’interrogano perpetuamente sul suo genio e sulle possibili chiavi di lettura del suo percorso artistico.

 

Si pensi alla Monna Lisa o meglio alla Gioconda che continua a svelare nuovi segreti ai ricercatori e nonostante gli oltre cinque secoli d’età (fu completata nel 1503) non si è ancora riusciti a chiarire chi sia il soggetto ritratto, quale sia la sua espressione e che significato abbia (se poi un ritratto debba avere a tutti i costi un’interpretazione questa è un’altra faccenda, ma quando si tratta del genio toscano sembra esserci sempre di mezzo un arcano).

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All’interno delle opere di Leonardo l’impronta simbolico-interpretativa crea sovente dubbi e perplessità anche negli studiosi più attenti. Fu lo stesso pittore che nel suo trattato di Arte e Pittura suggerì il cifrario per decodificare la sua arte descrivendo una sorta di velo di Maya o “panno sporco” su una tela che potrebbe servire come catalizzatore per vedere il dettaglio o l’indizio che conduca al passo successivo. Una patina per non rendere tangibile il vero scopo della sua arte e che pare sveli anche un codice numerico, una sorta di cifrario generante numeri casuali capace di creare parallelismi con le logiche matematiche al centro del processo decisionale dei rulli delle slot machine.

Nel rinascimento del resto la numerologia era una disciplina che godeva di una discreta considerazione e da scienziato a tutto tondo Leonardo avrà avuto senz’altro modo di studiare i suoi meccanismi. In un’altra famosissima opera del pittore, l’affresco intonacato del Cenacolo nel santuario di Santa Maria delle Grazie a Milano, si è persino potuto ritrovare un pentagramma musicale, una sinfonia segreta decodificata incredibilmente da due coniugi sassaresi: Gian Mario Pala e Loredana Mazzarella (un informatico con il pallino della musica e un’insegnante d’arte) che nel 2007 rivelarono al mondo la sublime sinfonia leonardiana nascosta nella famosa trasposizione pittorica dell’ultima cena di Gesù ospitata nella città meneghina.

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Una partitura dai toni solenni che spiega quanto ancora si debba comprendere sul conto del poliedrico artista. Gli eruditi di un tempo miravano infatti alla conoscenza onnicomprensiva (qualcuno ha definito l’eccessiva specializzazione come uno dei mali del nostro secolo) e Leonardo riflette perfettamente questa descrizione trasponendola nelle sue opere che infatti possono, o meglio devono essere lette come una traduzione sintetica del suo sapere. Quello che forse non risulta comprensibile al primo impatto visivo può dunque risultare più comprensibile con la calcolatrice in mano.

Ad esempio la passione di Leonardo per la matematica appare molto chiaramente nel suo Uomo Vitruviano, altro capolavoro di scienza “fusion”. Qui il rapporto aureo, la serie di Fibonacci e altre “fisse da numerologo rinascimentale” prendono forma e si animano in un corpo di uomo perfettamente proporzionato che estende all’infinito le sue proiezioni formando due figure geometriche coassiali (un quadrato e un cerchio) che si intersecano (teoremi matematici replicati a oltranza nel vasto repertorio leonardiano). Per comprendere al meglio la complessità e le possibili letture dell’arte di Leonardo è possibile dire che sempre nello stesso Uomo Vitruviano si rileva non troppo palesemente anche un’altra esegesi ermeneutica che segue la pista alchemica. Gli studiosi più attenti di Leonardo sanno infatti che il personaggio al centro dell’universalmente celebrato schizzo sarebbe in realtà un ermafrodito, la perfetta unione del maschile e del femminile pietra miliare dei segreti ermetici, quel mito androgino alla base dei culti misterici templari di cui Leonardo pare fosse anche un lontano erede.

Ciò detto, nonostante l’evoluzione della scienza e gli strumenti a disposizione dei contemporanei, comprendere i messaggi nascosti e le varie o possibile letture delle opere di Leonardo resta ancora un’impresa decisamente complessa che costringe a comparare molteplici branche del sapere, nonostante ciò lo sforzo potrebbe regalare rivelazioni sensazionali o quanto meno consentirà un privilegiato confronto con l’immortale genio di Vinci.