Nel cuore del Basso Mantovano, dove il Po scorre lento e maestoso, sorge Pomponesco, un borgo che sembra uscito da un quadro rinascimentale. Qui, storia, natura e cultura si fondono in una sinfonia perfetta, tanto che persino i grandi del cinema come Bernardo Bertolucci e Mario Soldati non hanno saputo resistere al suo fascino.
Il borgo ha origini antiche risalenti al periodo etrusco. Dopo essere passato nelle mani dei monaci Benedettini di Leno e in quelle della famiglia d’Este, nel 1145 andò al vescovo di Cremona e, successivamente, ai Gonzaga.
Piazza XXIII Aprile è l’anima di Pomponesco. Simmetrica, teatrale e rigorosamente “gonzaghesca”, è un esempio lampante del sogno rinascimentale di Giulio Cesare Gonzaga, che nel 1579 decise di trasformare il borgo in una “città ideale” seguendo l’esempio del cugino Vespasiano a Sabbioneta .
Immaginatevi una piazza che riassume l’essenza padana, circondata da portici dove un tempo vivevano i cortigiani. Il castello esagonale, che fu dimora del principe, oggi non c’è più, ma il suo spirito aleggia ancora tra i vicoli. L’edificio venne distrutto nel 1818 e i suoi mattoni furono utilizzati per rafforzare l’argine del Po. Oggi restano solo le scuderie, a ricordare i fasti di un passato glorioso.
La piazza è incorniciata da edifici di fine Cinquecento e primi Seicento, che mantengono intatto il fascino dei borghi gonzagheschi. Oggi, le torri campanarie della chiesa di Santa Felicita e del municipio si guardano come due vecchi amici, mentre il Teatro Comunale, un’elegante perla del Novecento recentemente restaurata, offre spettacoli e concerti in un’atmosfera che sa di passato ma guarda al futuro.
Pomponesco: natura e tradizioni
Ma Pomponesco non è solo storia e architettura. A pochi passi dal borgo, la Riserva Naturale Garzaia di Pomponesco offre un rifugio alla fauna locale, con colonie di aironi e garzette che trovano casa tra i salici bianchi. Questo polmone verde di 23 ettari è il luogo perfetto per gli amanti della natura, dove le sponde del Po regalano scorci mozzafiato e spiagge di sabbia fine.
E che dire delle tradizioni culinarie? Oltre ai celebri tortelli e al Lambrusco, non si può lasciare il borgo senza assaggiare il lüadèl, un pane sfogliato che sa di casa e di semplicità e che si sposa divinamente con i salumi della zona.
Pomponesco è molto più di un piccolo comune del mantovano. È un luogo che incanta con la sua piazza, sorprende con la sua natura e delizia con le sue tradizioni. E anche se il castello esagonale non c’è più, il sogno di Giulio Cesare Gonzaga vive ancora. Venite a scoprire perché Pomponesco è uno dei Borghi più Belli d’Italia. Ma attenti: potreste non voler più andar via.