Francesco Sforza, un mercenario con Milano nel cuore. Forse.

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Avete detto Sforza? Quale Sforza? Quando si parla di Sforza, il nome Francesco è certamente quello che viene in mente per primo.

D’altro canto, che milanesi saremmo se non conoscessimo Francesco Sforza??

La sua storia e di conseguenza quella di Milano in quegli anni non è però sempre conosciuta a dovere. Vediamo di mettere qualche puntino sulle i.

Filippo Maria, Visconti ovviamente, dopo aver preso il potere cerca di ricostruire quel che negli anni precedenti era andato perso. Lavoro complesso, ma lui è abile ed astuto e riesce a rimettere assieme quell’unità territoriale che mancava da tempo.

Francesco Sforza, un mercenario con Milano nel cuore. Forse.

Aiutato nell’impresa da Carmagnola, il comandante delle truppe, miete successi sui campi di battaglia. Talmente tanti che il nostro Filippo Maria, permaloso ed invidioso evidentemente come pochi, non volendo che il suo comandante fosse più famoso ed eroico di lui, lo caccia. Poco male per il comandante che, essendo soldato di ventura, trova subito in Venezia un nuovo porto dove mettere in campo le sue doti

E immaginate quale incarico Venezia diede al Carmagnola? Ma di attaccare Milano ovviamente. E sì, era proprio bravo, tanto da che la sconfitta milanese fu pesantissima.

Ma Milano è tosta e soprattutto ha un esercito formidabile: dopo pochi anni di pace è ancora guerra e questa volta è Milano a vincere le battaglie, grazie soprattutto ad un giovane capitano, anche lui di ventura, dal nome di Francesco Attendolo, detto Sforza.

Seguirono anni di pace seguiti da altri di guerra: Milano e Venezia proprio non riuscivano a non darsele alla prima occasione. Milano ha sempre la meglio, fino a quando, dopo un litigio feroce con Filippo Maria, Francesco Sforza decide di…passare a combattere per Venezia. Ovviamente contro Milano. E la nostra città, guarda caso, viene sconfitta a Soncino.

Dopo questa vittoria sotto la bandiera Veneziana, Francesco Sforza si riappacifica con Filippo Maria, ma solo per siglare una ennesima pace tra le due città: la firma avviene a Cavriano e allo Sforza venne offerta oltre che la sovranità sul Cremonese anche la mano della figlia di Filippo Maria, Bianca Maria ( si sposarono a Cremona nel 1441)

Pace che dura poco: pochi anni ed è di nuovo guerra con Milano sempre sconfitta nelle battaglie. Venezia arriva fino alle porte della città, ma per mancanza di rifornimenti devono ripiegare sull’Adda. Filippo Maria ormai cieco  e sfiduciato, muore il 13 agosto del 1447 con “molto indifferenza” come raccontò Pietro Verri in seguito.

Milano è una città ricca e frenetica (non è cambiata molto, eh) , ma anche attenta a tutto quello che la circonda. Poche ore dopo la morte di Filippo Maria il popolo scende per le strade al grido Viva sant’Ambrogio, viva la libertà. Nasce l’Aurea Repubblica Ambrosiana.

E Francesco Sforza dove è? In romagna, con la moglie, tranquillo e beato: aveva siglato con il suocero, prima che questi morisse, un trattato col quale veniva nominato luogotenente generale del ducato e successore al trono… ma questa è un’altra storia.

Qui sotto lo stemma della Famiglia Attendolo – Sforza.

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