San Marco è una di quelle chiese che non ci si stanca mai di guardare. Avuta la fortuna di non essere eccessivamente intaccata dei restauri, è quasi intatta così come stata immaginata e realizzata.
Ed il suo mix di stili dal gotico al barocco così come le pitture medievali che si intonano con le cappelle del Rinascimento, la rendono davvero unica. Non è un caso quindi che venga riconosciuta come una delle più affascinanti chiese milanesi proprio grazie alla sua mancanza di uno stile omogeneo.
Se guardate San Marco con un po’ di attenzione noterete la facciata che useremo dire pseudo gotica mentre il portale è tardo medievale; sul fianco destro così come il transetto mostra ancora caratteristiche romaniche ma da qui sporgono cappelle di ogni epoca; l’abside è gotico ma la parte superiore è stata rifatto nel 800.
Ed anche l’interno ci meraviglia sotto questo punto di vista: le navate settecentesche convivono con il lungo presbiterio-abside gotico ricoperto a sua volta da decorazioni manieristiche e seicentesche. Per farla breve dal 1200 in poi troviamo ogni epoca qui rappresentata.
Un altro elemento che rende San Marco così affascinante è la capacità di regalare sempre qualche novità nonostante si pensi di conoscerla molto bene. Basta infatti fare qualche piccolo lavoro, spostare qualche quadro, qualche tomba o qualche altare e dietro si trovano pezzi di un passato meraviglioso rimasto celato per secoli ma ancora in grado di regalare tantissime emozioni.
Chiesa di San Marco Milano
Andando indietro di qualche decennio nel 1956 restaurando il transetto destro è apparso sul muro un affresco del 300 lombardo, La Crocifissione. Nel 1972 vicino all’altare della navata sinistra in seguito alla caduta di un vecchio muro, è apparso, conservato in maniera eccezionale una pittura a chiaroscuro: la Madonna col bambino e San Giovannino. Immediatamente tutti si precipitarono in San Marco: le voci dicevano fosse un lavoro di Leonardo
Ed ancora, più o meno nella stessa posizione dietro un organo si trovò un altro affresco probabilmente del Luini. Questo affresco merita due parole in più visto e considerato che si può notare guardandolo bene, la figura del caro mostro del lago Gerundio ovvero Tarantasio, di cui abbiamo parlato in più di un’occasione anche per quel che riguarda la sua presenza sul Duomo.
E tutto questo non bastasse qui abitò per tre mesi Mozart quand’era un bambino; nel ‘700 il grande Sammartini fu organista e il 22 maggio 1874 Verdi diresse il Requiem in memoria di Manzoni.
Dal 1254 grazie a Beato Lanfranco Settala godiamo di un luogo unico ed incredibilmente affascinante: benvenuti nella chiesa di San Marco a Milano