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Viganò, bottega dalle molteplici identità

Anno 1919: Carlo Viganò prende una decisione: lasciare un ottimo lavoro alle poste di Desio per lanciarsi in un viaggio, un’avventura. A Parigi. Qui viene letteralmente folgorato dai ricamatori francesi: la passione è tale da decide di comprare del materiale da ricamo per poi rivenderlo in Italia.

Tornato quindi a Milano rileva una merceria in via Sant’Antonio per poi trasferire tutto in via Paolo da Cannobio. Poco dopo, siamo nel 1933, una seconda apertura in Galleria Vittorio Emanuele. Qui la bottega offre gioielleria e bigiotteria in stile italiano.

Dopo la guerra è Gianni, figlio di Carlo, a prendere le redini dell’attività, aprendo nuovi punti vendita e specializzandosi nella produzione di bigiotteria. Grazie a lui e agli insegnamenti del padre, la bottega Viganò diventa un punto di riferimento in città.

Viganò, bottega dalle molteplici identità

Arriviamo al 1985 ed il testimone passa a Giancarlo che consolida quanto fatto dal padre e dal nonno, dando nuovo impulso e slancio alla bottega.

Oggi  è Laura, la figlia di Giancarlo, a guidare la storia attività in via Cannobio: qui si può avere la gioia di vedere l’arte del ricamo, ma anche acquistare bigiotteria di produzione propria ed ammirare i pezzi d’epoca. E per tutti coloro che passano da queste parti è d’obbligo uno sguardo al cortile del palazzo che ospita la bottega: per un attimo sembrerà che il tempo si sia fermato.

La bottega di Galleria Vittorio Emanuele ha chiuso nel 2016 ma ne è stata aperta un’altra in via Gonzaga.

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