giovedì, Maggio 2, 2024

cosa vediamo oggi?

Ludovica Torelli, contessa di...

Ludovica Torelli è stata una figura di spicco nella società italiana del Rinascimento,...

Porta della Meraviglia, una...

Camminando lungo via Francesco Sforza, nei pressi del celebre Giardino della Guastalla, ci...

Una notte in Villa...

Sabato 4 maggio 2024, dalle 19:00 alle 24:00, Villa Sormani Marzorati Uva aprirà al...

Tutti sul campanile!

Il campanile della Basilica di San Vittore al Corpo apre le porte ai...
HomeDialetto milaneseLa paròla d'incoeuTeppa, facciamo chiarezza...

Teppa, facciamo chiarezza su questa parola

Teppa, o per meglio dire tèppa: è una delle parole che più spesso compare nelle mail che riceviamo con la richiesta di spiegazione. Merita quindi un articolo tutto suo.

Con il ritorno degli austriaci a Milano, ritorna la severità e l’austerità nei costumi: a contrastare questo clima nasce la Compagnia della Tèppa. Oggi i termini: tèppa, teppista, teppismo, sono sinonimi di: balordi, vandali, scapestrati, malviventi eccetera.

Per i milanesi del tempo la teppa (muschio) era quella zona verde ed umida (prati e muschio) che circondava la parte nord del Castello Sforzesco dove erano soliti incontrarsi i Teppisti. La Compagnia deve il suo nome alla scapigliatura del cappello tricorno, tipico dei teppisti, che era di felpa plumée, ma, di qualunque colore fosse la stoffa, doveva essere di pelo lungo e arruffato, proprio come la tèppa ovvero il muschio.

La Compagnia della Tèppa ebbe vita molto breve (1817 – 1821). Formavano il gruppo ragazzacci di buona famiglia, una specie di teddy boys che, tollerati e protetti dalle autorità, si divertivano a combinar bravate goliardiche. Fra i loro passatempi più comuni vi era quello di prendere a randellate (di notte) i malcapitati passanti, con un bastone nodoso che chiamavano “pagadèbit” (pagadebiti), oppure tormentare le signorine sdegnose. Una volta se la presero anche con le autorità asburgiche: buttarono nel Naviglio di via Senato una garitta con la guardia dentro.

Teppa, facciamo chiarezza su questa parola

La Compagnia della Tèppa era solita tenere le sue riunioni in caffè o alberghi della città e, come succedeva per le Accademie, ebbe il suo ricco patrono che soprannominò il Barone Contempo. Questi aveva preso in affitto la famosa Villa Simonetta e lì teneva le riunioni e le feste e fu lì che nel 1821 vennero commessi degli eccessi che fecero “traboccare il vaso” e decretare lo scioglimento della famigerata Compagnia.

Si ricorda che a Villa Simonetta, i Teppisti organizzarono una sorta di orgia alla quale furono costretti a partecipare dodici perfidi nani ed altrettante giovani dame dell’alta borghesia, naturalmente queste ignare del loro destino. Le ragazze furono sequestrate per due giorni e costrette ad unirsi ai nani al solo scopo di prendersene beffa.

Altro personaggio da collegare alla Compagnia fu un certo Bichinkommer, originario della Svizzera, ma italiano a tutti gli effetti; nato a Milano, persona facoltosa, di grande ingegno, abilissimo incisore: odiava in modo feroce l’Austria e gli austriaci. Beh anche costui ne combinò più di Bertoldo fino a diventare il punto di riferimento della Compagnia e si dice addirittura che fu l’artefice della trasformazione della stessa in Società Segreta ed alcuni storici la considerarono l’inizio della Carboneria.

teppa
teppa

Leggi anche

00:02:07

Tre giorni della merla, speriamo siano molto freddi

Tre giorni della merla: 29, 30 e 31 gennaio. Tradizione vuole siano i più freddi dell'anno. E se così sarà, la primavera sarà bella, in caso contrario arriverà in ritardo. Ogni anno riceviamo richieste sul perchè di questo nome. I...

Milano per Gaber

Torna con quattro imperdibili appuntamenti Milano per Gaber, la manifestazione creata e gestita dalla Fondazione Gaber in collaborazione con il Piccolo Teatro e il patrocinio del Comune di Milano che da sempre approfondisce la dimensione più teatrale e culturale...

Finalmente 2021

San Silvester protettor de magutt e murador, de marmisti e spaccaprèi ciappa ‘st’ann per i cavèi e dal Dòmm trall sul sagraa e ch’el vaga spettasciaa. Disen che quand l’è bisèst l’ann de cèrt a l’è funèst. Beh, l’è staa ‘n ann disgraziaa: quanta gent che gh’è mancaa, fà...