martedì,10 Dicembre,2024
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I 5 luoghi di Milano preferiti dai Gamaar

É uscito a fine anno l’album di debutto del progetto Gamaar,  fondato dalla cantautrice e produttrice bresciana Gabriella Diana.

Un nuovo capitolo che prende il nome di “Kafka For President”, un disco arrabbiato: nuotando nell’assurdo, racconta cosa succede alla mente quando galleggia e quando affoga.

Vivendo in una società capitalista, una società della performance, del consumo, dello sfruttamento lavorativo, del trauma, del privilegio e della discriminazione, cosa succede alla nostra salute mentale? Si rompe, si contorce e resiste. Un alternative rock che sa di anni 90: suoni acidi e distorti, batterie energiche e ritmiche scomposte, quasi nevrotiche, con un cantato recitato, urlato, talvolta morbidamente malinconico.

Abbastanza radicati nella scena milanese, abbiamo incontrato i Gamaar per chiederle quali possono essere i suoi luoghi del cuore.

I 5 luoghi di Milano preferiti dai Gamaar

CPM
(Gabriella)

Ho studiato al Centro Professione Musica tre anni (dal 2013 al 2016) frequentando il corso Writing & Production. E’ stato un periodo arricchente e durante il quale sono cresciuta molto a livello artistico e creativo: analisi musicale, composizione di colonne sonore, armonia, tutto ciò mi ha aperto la mente e gli occhi su quanti spazi inesplorati avevo ancora da attraversare nel mio fare musica. Da Brescia prendevo due metro e un treno per arrivarci, ma son sempre stati viaggi fatti volentieri. E’ stato un luogo di Milano importante per me, dove mi sono messa alla prova, mi sono riscoperta e ho conosciuto amici e amiche con cui ancora sono in contatto.

RICORDI
(Ylenia)

La prima volta da “Ricordi” è stato nel 1996/97. Il Duomo era un luogo ancora visitabile senza fare la coda, era proprio come una chiesa: entravi e percepivi il sacro dei colori e delle forme, molto intimo. Tappa fissa nel giro in centro era la “Ricordi”, negozio di musica dove potevi perderti perché ancora Internet non andava così forte. Un paradiso per curiosi e artisti. Dentro il negozio ognuno si perdeva alla ricerca di qualcosa di non ben definito, una ricerca di per sé senza bisogno di una meta. Un labirinto di spartiti, album e copertine: un museo. La parte che più mi catturava erano le colonnine con gli album da ascoltare in cuffia; post pandemia sembra assurdo, ma è uno dei più bei ricordi che ho.

MILANO CENTRALE
(Gabriella)

 Scendere dal treno e camminare per la stazione di Milano Centrale mi è sempre piaciuto molto: tantissime facce, modi di camminare, sigarette fumate di corsa, persone “importanti” e persone comuni, ricchi e poveri, calma e velocità, tutto e tutti insieme, contemporaneamente. Questa stazione mi affascina, mi cattura, mi incanta mentre cerco di raggiungere la mia meta a passo svelto. Alzo lo sguardo e osservo la sua architettura, la sua maestosità, e lo sguardo torna giù a noi formichine zampettanti.  Passeggiare o correre attraverso la stazione diventa sempre un momento di riflessione e contemplazione durante una corsa quotidiana.

Gamaar
Gamaar

IL VECCHIO APPARTAMENTO DI SARA
(Gabriella)

Una mia compagna di corso al CPM aveva un appartamento se non sbaglio vicino alla fermata di Loreto, e spesso dopo lezione andavamo da lei, ordinavamo una pizza e ognuno/a di noi faceva ascoltare a turno un brano agli altri e lo si commentava tutti insieme, lo si analizzava; a volte si facevano ascoltare anche brani propri. Erano serate che si allungavano fino all’alba quasi sempre, e sono momenti che porto con me ancora oggi: il continuo e arricchente confronto, parlare di musica per ore, di sé e della propria musica, del modo di intendere l’arte, di arrangiamenti e dei nostri sogni. E’ stata la casa delle meraviglie per un breve ma intensissimo periodo.

MILANO DI NOTTE
(Gabriella)

Milano di notte non è un vero e proprio luogo, ma l’ho sempre percepita come tale: ha un sapore totalmente diverso dalla Milano che conosciamo meglio, quella turistica, consumistica e affollata. Vivere Milano durante le ore notturne, tardi, quando si svuota e si mostra più intima e vulnerabile, è ciò che me l’ha fatta, finalmente, apprezzare. Una volta abbiamo incontrato dei norvegesi che ci hanno fatto masticare tabacco, è stato orribile ma divertente: uno di quei classici incontri casuali e particolari che possono avvenire solo in certe circostanze ad un certo orario, magari dopo qualche bicchiere di troppo. Ho sempre trovato suggestivo vagare per le vie deserte, edificate, grigie e illuminate dai freddi lampioni e dalle luci provenienti dalle vetrine dei negozi chiusi, attraversando di corsa con amici stradoni enormi di solito trafficati e caotici.

Gamaar
Gamaar
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