domenica,16 Marzo,2025
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Il cantautore Bandit ci racconta la sua Milano in 5 luoghi distopici

Torna Bandit con un nuovo album dal titolo “Grigia“, disponibile da venerdì 31 gennaio 2025 su tutte le piattaforme digitali per Bradipo Dischi (in distribuzione Believe): un secondo album, un nuovo capitolo, preceduto dai singoli Camerata“, La nostalgia” e “Zarathustra“, pubblicati tra novembre e dicembre 2024.
I due brani arrivano dopo una lunga assenza dalla pubblicazione di un piccolo cult della scena indipendente: nel 2011 uscì infatti clandestinamente il primo album di Bandit Quando la luce grande della discoteca“, pubblicato poi ufficialmente in versione restaurata nel 2023, che fu un inconsapevole manifesto generazionale irriverente e dolce-amaro.

 

Il giorno dopo la discoteca i personaggi diventano persone, e anche dopo la fine degli studi avviene un pola stessa cosa. La disillusione, lo scontro con un mondo del lavoro che è spesso la versione noiosa e triste di ciò che abbiamo studiato e che ci ha appassionato, la fine dei grandi sogni, delle grandi aspirazioni personali, e il senso di enorme perdita di fiducia nel cercare di cambiare una realtà che si offre come impenetrabile e ripetitiva, plumbea, come un edificio brutalista.

Forse chiedergli quali fossero i suoi cinque luoghi preferiti era riduttivo, Bandit ha voluto raccontarci la sua Milano, decisamente grigia e distopica, fatta di palazzi abbandonati e piazze dal retrogusto sovietico. Ecco che cosa ci ha segnalato!

Piazza Gae Aulenti

Venuta su dal nulla allimprovviso, ricordo ancora quando ci portai mio nonno, fiero milanese, che addirittura pensò che fossimo in unaltra città, e disse – se l’è sta merdada chi!-. Notevole la piazza gigante e sempre deserta dove ci sono dei sassofoni connessi al piano di sotto dove puoi al massimo divertirti a farci dentro le scorregge per spaventare quelli che passano allaltro piano.

Bandit - Piazza Gae Aulenti
Bandit -Piazza Gae Aulenti

 Il nuovo palazzo della regione

Non è tanto il palazzo inutile in plexiglas a essere tremendo, quanto la lastra di cemento infinita che gli sta davanti. Sospese su di essa una serie di massi esemplari a sempiterna memoria della varietà geologica della Lombardia, tremenda autocelebrazione del territorio e delle sue eccelllenze (i sassi) che poteva uscire solo dalle polluzioni notturne di un leghista. Un dolmen postmoderno, la nostra tremenda stonage, unaltra piazza disertata da pubblico e critica poichè orrenda e inutile. Ci sono piazze in yugoslavia dedicate a Tito e alla rivoluzione che sono più accoglienti.

Bandit - Palazzo della Regione
Bandit – Palazzo della Regione

 Citylife

Il non luogo per eccellenza. In un contesto urbano periferico e degradato saltano su con la grazia di una dik pik le torri oblunghe e le residenze per i ricchi con centro commerciale glamour, ma è un deserto delle solitudini. Una Las Vegas dei fondi di investimento immobiliare, senza alcun significato per i cittadini e per la città, che non restituisce nulla, nemmeno con il finto parchetto da 3 alberi in croce per far sembrare loperazione sostenibile. Una colata di cemento e coolness di cui potevamo fare decisamente a meno.

Bandit - Citylife
Bandit – Citylife

 Fondazione Prada

Un bieco tentativo di estrarre valore da una zona periferica con una spruzzata di conness ed eventi di dubbio valore artistico e culturale, per coprire male il disastro della gentrificazione circostante. Ci vanno solo gli stronzi.

Bandit - Fondazione Prada
Bandit – Fondazione Prada

 Le torri abbandonate di Ligresti

 Affascinate simulacro della caducità delle iniziative immobiliari, decadenti con quellaria di futuro del passato anni 90, sono un monito chiaro sulla fine che fanno i luoghi che non hanno un senso per la collettività.

Bandit - Le torri abbandonate Ligresti
Bandit – Le torri abbandonate Ligresti

 

 

 

 

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Calamita Milano

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