giovedì, Aprile 18, 2024

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Gradella il borgo dalle case gialle

Gradella. Siamo in provincia di Cremona in una piccola frazione del comune di Pandino. In origine, probabilmente, qui sorgeva un castello longobardo che venne abbattuto nel XIII secolo.

La prima testimonianza scritta dell’esistenza di Gradella si trova in un documento risalente al 1186 che fa riferimento alla concessione del borgo da parte di Federico Barbarossa a Milano.

Nel 1198 viene firmato il trattato di Pace tra Lodi e Milano grazie a cui il borgo passa sotto il controllo della Diocesi di Lodi. Successivamente, a metà del XV secolo, Gradella, divisa in due sezioni nette, diventa da una parte feudo della famiglia Landriani e, dall’altra, feudo di Pandino che passa nelle mani dei Visconti, degli Sforza, dei Sanseverino, dei Duarte e poi della famiglia d’Adda.

Nel 1692 tutti possedimenti gradellesi vengono rimessi alla Regia Camera Ducale di Milano dando vita al feudo di Gradella. Nel corso dei 150 precedenti la famiglia Maggi, di cui il capostipite Onofrio era cancelliere e capitano di giustizia di Milano, aveva progressivamente acquistato terreni nella zona. Il feudo venne per questo assegnato a questa famiglia.

Sul finire dell’800 Gradella, Nosadello e Pandino diventano un unico comune. Durante la Seconda Guerra Mondiale la villa dei conti Maggi viene occupata dal generale Graziani, il comandante delle forze armate della Repubblica Sociale Italiana. Nel 1982 le proprietà dei Maggi vengono tutte vendute ponendo fine alla secolare presenza dei conti Moggi sul territorio gradellese.

Gradella ed il castello visconteo

Facendo quattro passi notiamo che il borgo è caratterizzato da case dipinte di giallo, profilate da mattoni rossi e con le corti comunicanti. In centro troviamo la chiesa Parrocchiale dedicata alla Santissima Trinità e a San Bassiano. Di fronte al cimitero sorge una piccola cappella che si trova nel luogo dove fu creato un lazzaretto durante la peste

Andiamo a dare un’occhiata anche al Castello Visconteo del 1355 edificato da Bernabò Visconti e usato come residenza di caccia. Delle quattro torri originarie ne rimangono solo due, ciononostante questo è il castello visconteo meglio conservato tra tutti quelli ancora esistenti.

Negli antichi cascinali ci sono diversi ristoranti. Una tappa è d’obbligo, non credete? Ci è venuta voglia di tortelli cremaschi, di foiolo cucinato con le verdure e di assaggiare il panerone, il formaggio dal gusto amarognolo nato proprio a Pandino.

gradella
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