Se Al Pont de Fer chiude, vuol proprio dire che Milano sta cambiando.
Sul Corriere della Sera Maida Mercuri, la proprietaria, parla delle difficoltà del post pandemia e dei clienti che sono cambiati. Via le coppiette in cerca di un luogo romantico, sono arrivati i ragazzini in cerca di un ciupito a basso prezzo.
Il valore della ristorazione viene spesso sottovalutato o non compreso. Andare al ristorante e mangiare bene deve essere un vizio, un extra, qualcosa da fare per decidere di passare una serata diversa. E questo diverso (nelle nuove generazioni soprattutto), coincide con cibo internazionale.
Chiude Al Pont de Fer
Maida Mercuri parla anche di questo, arrivando a pensare che il suo menù sia ormai fuori luogo sui navigli. Com’è successo che la nostra cucina tradizionale sia a rischio di estinzione? Come può essere che sui navigli si vada alla ricerca di qualcosa che non sia radicalmente legato alla città?
I navigli erano il luogo dove andare ad ascoltare la musica dal vivo e vedere il cabaret, qui è dove i milanesi si sentono in vacanza d’estate grazie alla presenza dell’acqua, qui nacque all’inizio degli anni ’90 il primo locale gay al di fuori della zona della Centrale.
I navigli sono pura poesia, forse qualcuno dovrebbe farlo notare ai più giovani: la bellezza di questi luoghi attrae i turisti stranieri che non vengono certo qui a cercare cibo e bevande brandizzate, che possono bere o mangiare anche a casa loro.
Non facciamo l’errore di perdere la nostra identità, le nostre radici, la nostra storia. Milano ne ha tanta e bisogna far si che continui a vivere anche dentro le mura di ristoranti come Al Pont de Fer, che sappiamo già, mancherà tantissimo…