martedì,8 Ottobre,2024
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Perché Milano rimane tra le città italiane più tecnologicamente avanzate nel 2021?

Quando si parla di paragoni e di primati è facile scivolare nel campanilismo, soprattutto in Italia, dove siamo maestri di divisioni. Eppure questo è un argomento importante, poiché si rispecchia sul nostro modo di abitare a di vivere la nostra società e le nostre città, soprattutto dopo lo sviluppo dello smart working che sta portando le città, e soprattutto, le metropoli, a ridefinirsi.

Milano rimane tra le città italiane più tecnologicamente avanzate
Milano rimane tra le città italiane più tecnologicamente avanzate

Milano, qualcosa di più della Silicon Valley

La teoria ci dice che lo sviluppo delle “smart cities” è inevitabile, ma fatica a trovare dei paragoni reali. L’esempio più citato, ovvero quello della Silicon Valley, in realtà sembra assai lontano e poco applicabile alla Vecchia Europa e a uno dei suoi centri pulsanti, ovvero Milano.

In una si ha uno sviluppo di una grande area distribuita, un vero e proprio distretto governato dalla crescita esponenziale di un comparto industriale ben specifico; dall’altra si vede un tessuto ampio e ben distribuito in cui settori industriali di tipo molto diverso (che vanno dalla moda al design, dai servizi all’alimentare) si sorreggono sinergicamente.

Le smart cities, digitali ma non solo

Ma cosa è una smart city? La Commissione UE ha coniato una definizione per le smart cities, che mette insieme elementi molto diversi fra loro. Si parte da sistemi di trasporto integrato, un efficiente approvigionamento idrico, un efficace smaltimento dei rifiuti e un piano di riscaldamento e illuminazione a impatto ridotto, e si arriva alle procedure di relazione con l’amministrazione pubblica semplificate e la disponibilità di spazi verdi adeguati.

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Lo sviluppo dei network di comunicazione

Un’infrastruttura di rete efficiente è lo zoccolo duro su cui si poggia la costruzione di una smart city. Una persona deve avere la possibilità di collegarsi a un casinò online in Italia e giocare a roulette o blackjack dalla comodità del proprio sofà, senza lag o interruzioni anche se si sta scaricando un film in HD oppure ascoltando un canale di musica in streaming.

Tutto questo può accadere grazie all’implementazione del servizio 5G, che trova nella città uno dei suoi ambiti più naturali, le persone sono in grado di accedere a servizi diversi in modo fluido e trasparente – e Milano, in particolare, è sicuramente fra le meglio piazzate in Italia in questo senso.

L’ICity Rank non premia l’Italia

Come si colloca l’Italia nello sviluppo delle città intelligenti? Purtroppo non bene, specie se raffrontata agli esempi esteri più virtuosi. Milano stessa ne esce molto ridimensionata, dato che nel 2020, l’ICity Rank mette Firenze al primo posto, e Milano, che si era classificata al primo posto nel 2018 e nel 2019, si ritrova superata anche da Bologna, con Roma e Modena che completano la classifica delle prime cinque.

Questa classifica si basa sull’integrazione digitale tra cittadini e amministrazione, con la fornitura di servizi, e ovviamente, non può che premiare le città più grandi, che hanno più risorse da destinare a questo scopo. E questo ci porta a renderci conto dell’enorme “digital divide” che continua a permanere nel Belpaese, soprattutto quando ci confrontiamo con realtà estere quali Singapore, Helsinki o Zurigo della classifica mondiale – dove Bologna è la prima città italiana considerata, al 70° posto, e Milano occupa un triste 74° posto.

Città più piccole e a misura d’uomo

Esaminando i risultati, si evince però una tendenza evidente: le città ai primi posti della classifica, con le dovute eccezioni, sono tendenzialmente di dimensione più contenuta, e rappresentano quell’equilibrio ideale fra espansione territoriale e servizi integrati che rende piacevole il vivere – esattamente ciò che chiedono i milanesi.

Questo non può che penalizzare le grandi città metropolitane ad alta urbanizzazione come Milano – ma ci da’ una preziosa indicazione da seguire per il futuro. Lo “smart living” deve essere declinato in “good living”: e noi siamo sicuri che Milano abbia le carte in regola per farlo.

 

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