Gaetano Negri, il sindaco del piano Beruto

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Gaetano Negri è stato sindaco di Milano dall’aprile del 1884 al novembre del 1889.

Nato a Milano l’11 luglio 1838 si laurea in legge all’Università di Pavia. Qualche mese dopo l’annessione della Lombardia al Piemonte si arruola nell’esercito italiano e si distingue per coraggio nelle azioni di repressione del brigantaggio in Campania, guadagnando due medaglie al valore.

Tornato a Milano collabora con importanti periodici scrivendo di geologia, cartografia, geografia ed anche di storia e letteratura.

Nel 1873 Gaetano Negri diventa consigliere comunale e, nella giunta del sindaco Belinzaghi, assessore all’istruzione, mettendosi in luce per le sue doti amministrative. Grazie a lui la riforma scolastica prevista dalla legge Casati viene realizzata portando le scuole al pieno funzionamento.

Nel 1884 diventa sindaco di Milano in sostituzione di Belinzaghi che, dopo 16 anni, viene costretto a dimettersi per aver approvato la demolizione del Castello Sforzesco a favore di suoi interessi personali nel campo dell’edilizia.

Gaetano Negri ha la capacità di conciliare le ragioni di chi vuole tutelare il castello con chi è interessato a costruire. Nel 1886 viene approvato il piano regolatore dell’ingegnere Cesare Beruto che vede la realizzazione di via Dante e l’allargamento delle strade convergenti in piazza Cordusio.

Viene riprogettata l’area del Parco Sempione dall’architetto Alemagna (a cui Milano ha dedicato una via) e il Castello, dietro indicazioni di Luca Beltrami, non solo rimane intatto ma viene restaurato e diventa anche la sede delle più importanti istituzioni storico-culturali della città.

Il sindaco Gaetano Negri promuove poi la riforma amministrativa che porta alla fusione definitiva dei Corpi Santi con la città di Milano diminuendo i privilegi dei cittadini del centro in merito alle preferenze sulle elezioni dei consiglieri comunali e portando allo spianamento di tale diversità.

Non vuole però toccare il diverso regime fiscale vigente nelle due parti della città e proprio questa rigidità causa un malcontento dei ceti popolari che si trovano a dover pagare dei dazi considerati ingiustificati quando varcano le porte cittadine. Le continue proteste portano alle dimissioni del sindaco che, nel 1889, lascia di nuovo il posto a Giulio Belinzaghi.

L’anno successivo viene nominato Senatore tuttavia non partecipa alla vita politica se non per lo stretto necessario preferendo invece dedicarsi ai suoi studi filosofici e letterari ed amministrando le proprietà di famiglia situate a Cassinetta di Lugagnano.

Gaetano Negri muore il 31 luglio 1902 a Varazze mentre sta facendo un’escursione. Riposa nella cappella di famiglia presso il cimitero di Cassinetta di Lugagnano. Milano, non a caso, lo ricorda in una via che da piazza Affari porta verso via Dante.

Gaetano Negri
Gaetano Negri

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