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Giulio Belinzaghi: il sindaco espansionista

Giulio Belinzaghi, il sindaco che guidò Milano per quasi 19 anni sotto il Regno d’Italia, è stato uno dei protagonisti chiave del panorama politico, economico e sociale della città durante il XIX secolo. La sua influenza si estende oltre il semplice ruolo di sindaco della città; la sua visione di una Milano moderna e industrializzata ha tracciato le basi per lo sviluppo urbano e finanziario che la città avrebbe vissuto nei decenni successivi.

Nato a Milano il 17 ottobre 1818 da una famiglia di negozianti, Belinzaghi dimostrò fin da giovane grande capacità imprenditoriale. Dopo aver iniziato come commesso presso la banca genovese Pettinati, fondò la sua banca nel 1849, che divenne rapidamente uno degli istituti di credito più importanti di Milano. Il futuro sindaco non si limitò al settore bancario: fu anche tra i promotori della nascita della “Società italiana per le strade ferrate meridionali“, che contribuì allo sviluppo delle infrastrutture ferroviarie del Paese.

La crisi politica e amministrativa che colpì Milano negli anni ‘60 del XIX secolo portò Giulio Belinzaghi a ricoprire la carica di sindaco nel 1868. Fu scelto per la sua competenza nella gestione economica, un compito che affrontò con grande determinazione. Una delle sue prime sfide fu risanare il bilancio comunale, gravato dai costi della sistemazione di piazza Duomo, un progetto iniziato dal suo predecessore Antonio Beretta. Bellinzaghi riuscì a portare a termine i lavori, restituendo stabilità alle finanze della città.

Giulio Belinzaghi, un uomo capace di guardare oltre il presente

Sotto il suo mandato, Milano iniziò un’importante espansione territoriale. Nel 1873,  Belinzaghi ottenne l’annessione del comune dei Corpi Santi, un’area che circondava la città, ampliando così i confini urbani e favorendo lo sviluppo dell’hinterland. Grazie al suo impegno, Milano vide anche un miglioramento dei trasporti pubblici, con l’inaugurazione della Stazione di Milano Cadorna nel 1879, un evento che segnò una svolta nei collegamenti con le aree circostanti.

Nonostante i numerosi successi, il suo mandato non fu privo di controversie: Belinzaghi, in qualità di azionista della Società Fondiaria, approvò la demolizione del Castello Sforzesco, un progetto che suscitò forti critiche da parte della Società Storica Lombarda. Grazie all’intervento di Luca Beltrami e alla mobilitazione dell’opinione pubblica, il castello venne salvato e posto sotto vincolo monumentale, evitando così la sua distruzione. Il sindaco cadde nell’aprile del 1884 e Gaetano Negri venne eletto al suo posto.

Nel 1872, Vittorio Emanuele II lo nominò senatore, e tre anni dopo ricevette il titolo di conte, riconoscimenti che sottolineavano la sua importanza nel panorama politico e sociale del tempo. Ma Giulio Belinzaghi non fu solo un politico e un banchiere: si distinse anche come promotore di numerose iniziative industriali, contribuendo alla creazione di imprese che avrebbero avuto un impatto duraturo sull’economia italiana, come la Società Edison di elettricità, la Società per gli altiforni e fonderie di Terni e la Società di navigazione generale italiana.

Giulio Belinzaghi tornò a ricoprire la carica di sindaco di Milano tra il novembre del 1889 e l’agosto del 1892, quando morì presso la sua villa a Cernobbio. Fu un uomo capace di guardare oltre il presente, immaginando una Milano moderna e prospera, in grado di competere con le grandi capitali europee. La sua eredità è ancora oggi visibile nelle strade della città, nelle infrastrutture che contribuì a realizzare e nell’espansione urbana che promosse. Un sindaco lungimirante, che seppe unire capacità amministrativa e visione imprenditoriale, lasciando un segno indelebile nella storia della città.

Milano lo ricorda con una via a lui intitolata nei pressi di piazzale Maciachini, ma il suo vero lascito è la città stessa, che sotto la sua guida seppe trasformarsi in una metropoli moderna e in continua espansione.

Giulio Belinzaghi
Giulio Belinzaghi

 

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