Ettore Ponti, nato a Gallarate nel 1855, è una figura che incarna l’essenza della Milano del primo Novecento: dinamica, innovativa e proiettata verso il futuro. Politico, imprenditore e filantropo, Ponti ha contribuito a plasmare il volto della città durante il suo mandato come Sindaco (1905-1909) e attraverso una vita dedicata al progresso industriale, sociale e culturale.
Proveniente da una famiglia di pionieri dell’industria tessile, Ettore Ponti crebbe in un ambiente che combinava imprenditorialità e attenzione al benessere dei lavoratori. Dopo una formazione classica e un’esperienza nella scuola ufficiali del Genova Cavalleria, intraprese un viaggio in Europa per studiare le tecnologie più avanzate del settore tessile e meccanico. Tornato in Italia, innovò le aziende di famiglia, introducendo l’energia elettrica nei cotonifici e migliorando le condizioni di vita degli operai con abitazioni, scuole e asili.
Questo spirito di innovazione si estese alla sua visione politica, quando nel 1881 venne eletto consigliere comunale di Milano. Fondò l’Associazione Liberale milanese e, nel 1901, diventò presidente della Società anonima Meccanica Lombarda. Nel 1905, Ettore Ponti assunse la carica di Sindaco in un momento cruciale per Milano, che stava vivendo un rapido sviluppo economico e demografico.
Ettore Ponti, il Sindaco di una città in trasformazione
Con una popolazione in crescita e una trasformazione industriale in atto, la città necessitava di infrastrutture adeguate. Ponti rispose con un approccio tecnocratico, realizzando importanti opere pubbliche come il nuovo macello, il mercato bestiame e il mercato ortofrutticolo, creò l’Istituto autonomo case popolari per rispondere al bisogno di alloggi accessibili, migliorò la mobilità con il prolungamento della rete tranviaria urbana di 20 Km e il riordino ferroviario e costituì l’Azienda Elettrica Municipale, una pietra miliare per l’industrializzazione e i servizi pubblici di Milano.
Il Sindaco non si limitò a gestire lo sviluppo economico e infrastrutturale; si distinse anche per la capacità di finanziare i suoi progetti in modo innovativo. Con un prestito dalla Cassa Depositi e Prestiti e nuove imposte locali, basate sull’imposta progressiva sul reddito e sul valore delle aree edificabili, Ettore Ponti bilanciò gli investimenti necessari con un modello fiscale progressivo.
La sua leadership non fu priva di controversie. La sua politica fiscale, che colpì interessi consolidati, provocò una spaccatura all’interno del partito liberale e lo portò alle dimissioni nel 1909. Tuttavia, il suo impegno per il bene comune, anche a scapito degli interessi della sua classe sociale, ha lasciato un’impronta indelebile.
Uno dei momenti più alti della sua amministrazione fu l’Esposizione Universale del 1906, organizzata per celebrare l’apertura del traforo del Sempione. L’evento portò Milano al centro della scena internazionale, accogliendo 10 milioni di visitatori. Ponti collaborò con l’architetto Luca Beltrami per l’allestimento dell’esposizione, che diede ulteriore impulso all’immagine della città come capitale economica e culturale.
Accanto alla sua carriera politica e imprenditoriale, Ponti non dimenticò mai le esigenze delle classi lavoratrici. Con l’eredità dello zio Francesco, finanziò la costruzione di padiglioni all’Ospedale Maggiore di Milano per la riabilitazione degli operai infortunati. partecipò attivamente alla gestione di istituzioni come il Teatro alla Scala e l’Associazione Nazionale Invenzioni.
Nonostante le pressioni politiche che lo portarono a dimettersi, Ettore Ponti lasciò un’impronta indelebile su Milano. La sua visione manageriale e il suo impegno per l’innovazione hanno contribuito a definire la città come la conosciamo oggi. Ettore Ponti morì improvvisamente per un attacco cardiaco nel 1919 a Biumo Superiore, ma il suo nome vive nelle vie di Milano e nel cuore delle sue trasformazioni.
È un esempio di come unire spirito imprenditoriale, visione politica e sensibilità sociale possa cambiare il destino di una città. Egli fu più di un Sindaco: fu un simbolo di innovazione e impegno per una città che si trasformava nel cuore economico e culturale d’Italia. Con le sue scelte audaci e una leadership lungimirante, ha contribuito a definire il carattere moderno di Milano.
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