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Locate di Triulzi, antica terra sull’acqua

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Locate di Triulzi, comune della provincia di Milano situato a sud del capoluogo, si trova sulla sponda sinistra del Lambro meridionale in quella terra di confine tra la provincia meneghina e quella pavese.

L’etimologia di Locate, che significa Terra sull’acqua, deriva dal celtico, popolo che qui si stabilì nel 600 a.C. circa. In antichità esistevano i due nuclei distinti di Locate San Vittore e Locate sant’Alessandro che successivamente si fusero. Tra il X e l’XI secolo Il borgo apparteneva alla canonica di San Giovanni di Monza a cui venne donato dall’imperatore Ottone III.

Successivamente passò nelle mani dei Visconti e, nel XV secolo in quelle della famiglia Trivulzio, ricca famiglia milanese, che oltre ad acquisire terreni si fece carico di diverse opere di bonifica. Locate di Triulzi ebbe così un Capo di Mandamento e per questo rimase indipendente da Milano godendo della sua autonomia.

Locate di Triulzi, antica terra sull’acqua

I Trivulzio intrecciarono i loro destini con i Barbiano Belgiojoso attraverso il matrimonio, nel 1410, tra il Conte Ludovico di Barbiano e la Contessa Barbara Trivulzio e, successivamente, con il matrimonio fra la Marchesa Cristina Trivulzio ed il principe Emilio di Belgiojoso. Matrimonio che ebbe vita breve visto che il principe era un dongiovanni e che dopo un paio d’anni si allontanò dalla marchesa. Ella abitò stabilmente nel Castello di Locate di Triulzi, antico possedimento della famiglia edificato nel XIII secolo, e qui rimase fino al 1871, anno della sua dipartita.

Oggi l’edificio è stato frazionato in diverse proprietà private e nel corso del tempo è andato incontro a svariate trasformazioni dove le parti più antiche coesistono con elementi del XIV e XV secolo, come i soffitti a cassettoni ed il torrione del lato settentrionale, e le successive modifiche effettuate tra il XVIII e il XIX secolo.

Da vedere il Santuario di Santa Maria della Fontana sorto su un’antica fonte naturale ritenuta miracolosa e costituito da tre chiese sovrapposte, poi unite nel 1533, ad un convento per ospitare i monaci dei Servi di Maria. Dopo essere diventato una proprietà statale venne riaperto ai fedeli nel 1842 grazie alla volontà della principessa Cristina Trivulzio di Belgiojoso. Sovrastato dall’alto campanile di 35 metri custodisce alcuni affreschi rappresentanti la Vergine Maria.

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