Casa Rabia Feltrinelli, siamo in piazza San Sepolcro, guardando la chiesa sulla destra.
Dobbiamo tornare ai tempi degli Sforza per vederla nascere: citata da Cesariano nel 1521 non possiamo però ammirare nulla dei fasti di un tempo, almeno da fuori.
Aloisio Rabia era un mercante, così come tutta la sua famiglia, molto conosciuto in città: deputato dell’Ospedale Maggiore, membro del Consorzio della Misericordia, era di osservanza Domenicana. Fu lui a volere questa casa. Ancora oggi all’interno sono conservate lapidi di quei tempi con iscrizioni latine che dimostrano la proprietà dei Rabia.
Nel 1540, Rabia cede gran parte dell’immobile come sede del Pio Istituto Santa Corona, che ne promuove alcuni rifacimenti funzionali.
Casa Rabia Feltrinelli, dai tempi degli Sforza
Nel 1786 Casa Rabia Feltrinelli ormai adibita ad abitazione secondo il progetto di Gerolamo Fontane, nipote di Carlo, viene ceduto a privati.
Prima che si mettesse mano nel 1800 a Casa Rabia Feltrinelli, quello che avremmo trovato sarebbe stato molto diverso: il complesso si estendeva ben oltre quello che vediamo oggi e oltre a portici, giardini ed un cappella, avremmo avuto il piacere di ammirare affreschi di Bernardino Luini. Di questi purtroppo rimane davvero ben poco.