Nel cuore verde dell’Oltrepò Pavese si nasconde un piccolo gioiello che sembra sfidare il tempo: Fortunago. Non è un caso che questo incantevole borgo sia entrato nel circuito dei Borghi più belli d’Italia, con le sue stradine lastricate, le facciate in pietra viva e la cura quasi maniacale per ogni dettaglio, dalle siepi perfettamente tagliate ai fiori che in primavera esplodono di colore sui balconi.
La storia di Fortunago è ricca come un romanzo storico. Già i Celti e i Longobardi avevano intuito il fascino di queste colline. Federico Barbarossa nel 1164 pensò bene di consegnarlo ai Malaspina e da allora le vicende del borgo si sono intrecciate con quelle delle più potenti famiglie dell’epoca: i Visconti, i Riario, i Botta e di nuovo i Malaspina, fino ad arrivare sotto la dominazione francese di Napoleone.
Nel 1923 il borgo venne annesso al circondario di Voghera. Oggi ogni pietra racconta una storia, e ogni angolo sembra sussurrare ricordi di un tempo in cui il feudo di Fortunago era un crocevia di potere e cultura. Passeggiare per le sue strade è come immergersi in un quadro bucolico. Le colline che dividono le valli della Coppa e dell’Ardivestra offrono panorami che cambiano con le stagioni: dal verde brillante della primavera ai colori caldi dell’estate. I campi di grano si tingono di giallo, punteggiati dall’azzurro dei fiordalisi, mentre le vigne e i boschi di roverelle e castagni completano un mosaico naturale di rara bellezza.
Fortunago: un borgo da cartolina
In cima al borgo, la Chiesa Parrocchiale del Cinquecento domina il panorama, mentre poco più in basso, la seicentesca Chiesa di San Giorgio custodisce tesori d’arte, come il trittico firmato Pesina e un’affascinante Annunciazione. E per gli amanti della storia, i resti dell’antico castello con la sua torre quattrocentesca sono una tappa obbligata.
Se il panorama non basta, ci sono le atmosfere autentiche del borgo a farvi innamorare. L’illuminazione soffusa, le panchine in legno e le vie silenziose vi riporteranno a un’epoca in cui la fretta non era contemplata. Non dimenticate di cercare la sorgente d’acqua minerale nascosta vicino al ristorante: un piccolo segreto che rende Fortunago ancora più speciale.
Questo borgo ha fatto anche da sfondo al film Il Capitale Umano di Paolo Virzì e ha ispirato il romanzo noir Ultima notte in Oltrepò di Alessandro Rea. Una cornice perfetta per racconti densi di emozioni, dove la realtà si intreccia con la finzione. E poi, c’è il vino. Questa è terra di vigneti, dove il nettare degli dei è una tradizione secolare. Accompagnatelo con un piatto di malfatti o una focaccia cotta sulla pietra: sapori semplici ma indimenticabili.
Fortunago non si ferma al passato: nel 2015 il borgo ha scritto una pagina unica nella storia della gastronomia: un agnolotto da 148 kg ha fatto schizzare il paese dritto nei record mondiali, battendo il precedente primato russo. Se non è una ragione per visitarlo, cosa lo è?
Fortunago è un’esperienza che abbraccia tutti i sensi. Tra la sua storia millenaria, i panorami mozzafiato e la gastronomia che sa stupire, questo piccolo borgo dell’Oltrepò Pavese è una meta perfetta per chi cerca autenticità e bellezza.
Non resta che prendere un weekend libero, partire per l’Oltrepò Pavese e lasciarsi incantare da questo incantevole borgo, dove il tempo si ferma e la vita scorre con il ritmo dolce delle colline che lo circondano. Siete pronti a perdervi tra le sue strade? Attenzione: una volta arrivati, lasciare questo angolo di paradiso sarà la vera sfida.