lunedì,14 Ottobre,2024
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7 cose che non vorreste vedere a Milano

Quali sono le 7 cose che non vorreste vedere a Milano?

Ve lo abbiamo chiesto su facebook, twitter ed instagram ed in tanti avete scritto. Facciamo quindi una classifica e indichiamo quelle cose che più non piacciono a voi, seguendo scrupolosamente i “voti” arrivati sui social network.

Come tutti i sondaggi, chi non ha partecipato non sarà d’accordo con uno o più dei luoghi indicati: per questo motivo potete sbizzarrirvi nei commenti qui o sulla nostra pagina Facebook.

7 cose che non vorreste vedere a Milano

Le palme in Duomo.

Vi piace vincere facile eh? Nonostante l’apertura di Starbucks l’attenzione sulle palme è sempre alta. E proprio sembra che non vadano giù alla maggior parte di voi. Una prima posizione netta

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Il dito di Cattelan.

Davanti a palazzo Mezzanotte questo dito doveva rimanere per poco, poi si è deciso di lasciarlo qui. Scelta che non convince. Per niente (anche a noi non piace)

La fontana di Pertini.

Un altro classico. Praticamente all’incrocio tra via Manzoni e via Montenapoleone, questa opera non è mai piaciuta. Ci verrebbe da dire “e come potrebbe…” E molti di voi sono d’accordo.

La statua del Re in piazza Duomo.

Avevamo già notato che questa statua crea malumori tra molti di voi. Non ci è chiaro se sia per l’opera in sè o per cosa e chi rappresenta, anche se questa seconda ipotesi ci sembra più corrispondente alla realtà. Su questo non siamo d’accordo: fa parte della nostra storia, nel bene e nel male. Ma detto questo, la maggioranza vince

La torre Velasca.

Povera… odiata ed amata. Amata ed odiata. A questa ondata sembra vincere l’odio verso una costruzione che davvero divide. Qui la via di mezzo non c’è. O così o demolita. Per ora rimane al suo posto, facendo felice quel 49,99% di milanesi.

Teatro Burri.

Era la nostra prima scelta. Molti di voi concordano. Per quanto ci riguarda, la scelta di ripristinare qui questa opera non è stata delle migliori.

Le scritte sui muri.

Un cancro della nostra città. Inutili, stupide, troppe….e potremmo andare avanti. Per fortuna c’è Wau Milano che mette una pezza.

 

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