Milano, come me la immagino domani

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Milano, come me la immagino domani. Ovviamente è un pensiero mio, un’idea che mi sono fatto in questi mesi.

Tempo fa, forse scherzosamente, scrissi che avremmo dovuto imparare ad usare un nuovo metro per misurare gli anni: da avanti Cristo e dopo Cristo, passiamo ad avanti covid a dopo covid. L’acronimo non cambia, ma la sostanza sì.

In questi mesi ho cercato di leggere tutto quello che potevo: molte cose mi trovano d’accordo, tante meno. Alcune mi sembrano idee strampalate, ma chissà, altre ancora… non è ho idea.

E’ indubbio che, soprattutto per quel che concerne Milano, le questioni (salute a parte) davvero fondamentali sono quelle legate al lavoro ed alla scuola. Smart working e didattica a distanza non sono solo termini che abbiamo assorbito, ma modi di vivere con i quali abbiamo convissuto e che probabilmente, entreranno a far parte di quella normalità che forse stiamo aspettando un po’ troppo, soprattutto se pensiamo che il “normale” di ieri sia uguale a quello di domani. No, per me non sarà più così. Impareremo a vivere una nuova normalità.

Alla luce di tutto questo quindi il mio personale pensiero su Milano domani è in poche parole questo: cambieremo il modo di vivere il centro. Non sarà più quella parte della città dove troveremo tanti uffici, ma rimarrà ( e crescerà in questo senso) la parte turistica. Si svilupperanno nuovi attività proprio legate alla cultura ed al turismo.

I quartieri anche quelli fuori dai bastioni vedranno aumentare la presenza di milanesi anche durante il giorno: saranno più vivi, avranno più servizi per il cittadino. Per fare un esempio ci sarà più gente nei ristoranti e nei bar rispetto a quello che “prima” era una condizione del centro.

Le persone toneranno ad apprezzare le case un po’ più fuori, magari anche nella prima periferia, non dovendo più fare i conti con spostamenti quotidiani. Zone che fino a ieri erano quasi deserte, torneranno ad essere più vive anche durante il giorno. E proprio qui nella terra che “ieri” era quella che scherzosamente si definiva dei giargiana, i marchi quelli che prima trovavamo facendo le vasche in centro, apriranno i loro store, forse più piccoli, ma vorranno essere presenti.

Così facendo ed anche grazie alla tecnologia che avanza ed a un sistema di trasporto pubblico in continua evoluzione, una parte del problema inquinamento verrà risolto (anche se su questo aspetto c’è ancora tantissimo da lavorare).

Quello che quindi mi immagino è una città diversa rispetto a quella a.c, avanti covid. Una città che poco alla volta si trasformerà seguendo quelle che sono le nuove esigenze.

Non ho la più pallida idea se il mio pensiero posso essere una completa stupidata o ci possano essere al suo interno alcune briciole di verità: fatto sta che almeno per quel che mi riguarda, cerco di capire la direzione che si sta prendendo e, alla luce di questo, comportarmi nel modo migliore. Qualcuno a suo tempo disse (per la cronaca: ci sono pareri discordanti sulla verità di questo detto) che anche in momenti di crisi bisogna saper cogliere le opportunità. Nel caso, faremo in modo di provarci.

Milano come la immagino domani - foto rugiadapoint
Milano come la immagino domani – foto rugiadapoint

 

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