martedì,8 Ottobre,2024
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Giosuè Borsi, lo scrittore tenuto a battesimo dal Carducci

Giosuè Borsi è una delle vie che collega via Segantini all’alzaia naviglio Pavese. Dedicata a un valente scrittore e poeta la strada ricorda un ragazzo deceduto a ventisette anni che ebbe l’onore di essere tenuto a battesimo da Giosuè Carducci, amico del padre.

Nato a Livorno i 1° giugno 1888 si distinse presto per le sue doti intellettuali e comunicative oltre che per la predilezione per le belle lettere, la composizione ricercata e la cultura linguistica. A diciannove anni pubblicò il Primus fons, la sua prima raccolta di poesie.

A Pisa frequentò la facoltà di Giurisprudenza e si laureò ad Urbino nel 1913. Grande appassionato di Dante accanto agli studi letterari portò avanti l’attività di interprete e conferenziere.

Nel 1909 incontrò e si innamorò di Giulia, la donna a cui dedicò alcune delle sue opere, fra cui la “Barcarola”, i “Carmi nuziali” e “La Gentile”, che rimase incompiuta.

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La sua breve esistenza fu profondamente segnata da lutti familiari, il primo dei quali avvenne nel dicembre del 1910 e riguardò il padre.Due anni più tardi fu la volta di Laura, l’adorata sorella, mentre l’anno seguente toccò a Dino, figlio di lei, che se ne andò a soli 5 anni di età.

Giosuè Borsi, lo scrittore tenuto a battesimo dal Carducci

Dopo la morte di Laura il Borsi si allontanò per qualche tempo da Livorno, e al suo ritorno rivide Giulia che tornò ad essere il centro della sua attenzione. Iniziò la stesura di “Confessioni a Giulia” un libro segreto a lei dedicato in cui la donna viene elevata al di sopra di tutti gli esseri femminili in una trasfigurazione ideale, a tratti mistica.

Le sventure della vita fecero avvicinare lo scrittore alla dottrina della Chiesa e al Cristianesimo, a tal punto da arrivare a ripugnare il mondo nel senso evangelico del termine. Vivere era diventata una fatica, vedeva la morte come il passaggio alla vita vera, quella eterna.

Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale Giosuè Borsi si arruolò volontario come sottotenente della Milizia Territoriale e fu assegnato al 125° Reggimento Fanteria “Spezia”, 4° compagnia.

Morì il 10 novembre 1915 in un assalto a Zagora, oltre l’Isonzo.

Giosuè Borsi
Giosuè Borsi
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