Sibilla Aleramo, non solo un “largo”

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Sibilla Aleramo è stata una grande donna, una scrittrice e una poetessa.

Nasce ad Alessandria il 14 agosto 1876 e passa i suoi primi anni di vita a Milano. A 12 anni si trasferisce a Civitanova Marche dove il padre aveva ottenuto il posto di direttore in un’azienda industriale. Sibilla entrerà a lavorare come contabile. La sua adolescenza viene segnata da due eventi traumatici: il tentativo di suicidio di sua madre e lo stupro, subito all’età di 15 anni da un impiegato della fabbrica dove lavorava. Due anni dopo Sibilla, inspiegabilmente, sposerà il suo violentatore da cui avrà un figlio nel 1895.

Sibilla Aleramo si sentiva oppressa in una vita che non le piaceva, prigioniera del provincialismo di una cittadina che percepiva lontana dal suo modo di essere. Tentò il suicidio. Cercò di risollevarsi cominciando a scrivere articoli dalla connotazione femminista che vennero pubblicati su diversi giornali.

Sibilla Aleramo di nuovo a Milano

Grazie al licenziamento del marito, nel 1899, si trasferiscono a Milano e qui diventa direttrice del giornale del settimanale socialista L’Italia Femminista. Conosce diversi intellettuali socialisti e influenti dirigenti. Inizia una relazione col poeta Guglielmo Felice Damiani.

La parentesi milanese si chiude dopo un anno. Lei e la famiglia tornano a Porto Civitanova dove il marito aveva ricevuto l’incarico di dirigere la fabbrica al posto del suocero dimissionario. A Sibilla Aleramo questa vita va stretta. Dopo due anni abbandona marito e figlio e va a Roma. Qui conosce Giovanni Cena, direttore della rivista Nuova Antologia, con cui intreccerà una relazione.

In questo periodo inizia la stesura del libro Una donna, che verrà pubblicato nel 1906. E’ stato uno dei primi libri femministi pubblicati in Italia dove Sibilla Aleramo racconta la sua vita, soffermandosi sulla decisione di lasciare marito e figlio in nome di una vita libera, contro la costrizione di un’esistenza che un’ipocrita ideologia del sacrificio imponeva alle donne.

Il libro ebbe un successo enorme. Venne tradotto e pubblicato in quasi tutti i paesi europei e negli Stati Uniti. La scrittrice fu parte attiva del movimento femminista per diversi anni. Dopo aver chiuso la relazione con Cena intrecciò una relazione con Lina Poletti. Viaggiò spesso, andò a Firenze, Milano, Parigi. Ebbe diverse e brevi relazioni sentimentali. Nel 1919 pubblica Il Paesaggio e nel 1921 Momenti, la sua prima raccolta di poesie. Nel 1927 esce il romanzo Amo dunque sono.

Nel 1925 sottoscrive il Manifesto degli Intellettuali Antifascisti e viene arrestata. Ottiene un colloquio con Benito Mussolini a seguito del quale diventa una sostenitrice del fascismo. Il regime fascista la supportò sponsorizzando le sue opere e sostenendola economicamente. Nel 1936 intreccia una relazione con Franco Matacotta, uno studente più giovane di lei di quarant’anni. La relazione prosegue per 10 anni. Dopo la seconda guerra mondiale si iscrive al PCI. Sibilla Aleramo muore a Roma nel 1960, a 83 anni, dopo una lunga malattia. Riposa a Roma presso il cimitero del Verano.

Sibilla Aleramo
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