Berengario, zona City Life

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Berengario è il viale che costeggia City Life, questo lo sappiamo tutti ma, Berengario del Friuli, Re d’Italia a cui è intitolata la strada forse non è la prima cosa a cui si pensa passando di qua.

Berengario I, nato a Cividale del Friuli nell’850, in seguito alla destituzione dell’887 da Re d’Italia di Carlo il Grosso, è uno dei possibili candidati alla sua successione, ruolo che, come è facile comprendere, non è da tutti.

Già Marchese del Friuli, può godere di una flotta militare sufficientemente adeguata ad ambire al controllo dei territori del Regno d’Italia. Può inoltre vantare dei diritti dinastici sul Regno d’Italia per linea femminile.

Nell’888 sale al trono col benestare dell’assemblea dei Conti e Vescovi di Pavia, a quel tempo capitale del Regno. Seguono anni di battaglie per la conquista del Regno: Guido II di Spoleto, altro possibile successore di Carlo il Grosso, affronta Berengario sul Trebbia e lo sconfigge prendendo il suo posto al trono. A Berengario la cosa non va giù e, ritornato in Friuli, fa sentire la sua presenza sui territori settentrionali diventando sostanzialmente autonomo rispetto al resto del Regno.

Guido II, constatato il fatto, punta verso nord per chiarire chi comanda e Berengario chiama in suo aiuto Arnolfo, re dei Franchi orientali che si fa eleggere Re dall’assemblea pavese e dà a Berengario il governo della penisola in suo nome. Morto Guido gli succede il figlio Lamberto che si riappacifica con Berengario. Morto Lamberto il marchese del Friuli ha la strada spianata: si fa rieleggere Re d’Italia.

Con l’arrivo degli Ungari, che invadono l’Italia dalle Alpi, Berengario subisce una pesante sconfitta che lo mette in cattiva luce con i suoi feudatari e avversari politici. Morto Arnolfo l’impero passa nelle mani di Ludovico Re di Provenza che, sceso in Italia, sconfigge Berengario e viene eletto Re del Regno d’Italia nel 900 ed anche Imperatore nel 901.

Ovviamente a Berengario la cosa non piace, rafforza il suo esercito e affronta e sconfigge per ben due volte il Re di Provenza rimandandolo a casa e reimpossessandosi del Regno d’Italia.

Il Regno di fatto è più un titolo che una realtà: il potere di Berengario si estende solo al nord, l’Italia centrale è gestita autonomamente dai marchesi di Toscana e Camerino. In questa situazione non è possibile diventare Imperatore, investitura ad unico appannaggio del papa.

L’occasione buona si presenta con la richiesta di un supporto militare da parte di Papa Giovanni X che vuole eliminare l’avamposto musulmano di Garigliano che sta minacciando Roma. Berengario non se la fa sfuggire e, battuti gli stranieri, ottiene l’incoronazione imperiale nel 915.

Sette anni dopo però si trova costretto a fronteggiare un altro pretendente al titolo: Rodolfo Re di Borgogna che lo affronta e lo sconfigge rovinosamente spodestandolo dal trono.

Berengario cova vendetta. Approfitta di un’assenza di Rodolfo per attaccare Pavia supportato da un cospicuo esercito mercenario di Ungari che mette a ferro e fuoco la città portando alla morte un enorme numero di uomini.

Ritenuto responsabile di questa carneficina diventa vittima di un complotto e viene ucciso a tradimento il 7 aprile 924 per mano di alcuni soldati veronesi capeggiati dallo sculdascio Flamberto.

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