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Addio ad Aimo Moroni, il cuoco che ha cambiato per sempre la cucina italiana

Aimo Moroni, scomparso a 91 anni, ha trasformato una trattoria di periferia in un simbolo della cucina italiana. Milano perde un maestro del gusto.

Si è spento all’età di 91 anni Aimo Moroni, maestro e innovatore della ristorazione italiana. Insieme alla moglie Nadia Giuntoli, scomparsa nel 2012, aveva costruito un luogo diventato simbolo della cultura gastronomica milanese: Il Luogo Aimo e Nadia.
Una vita dedicata al gusto, alla ricerca e al rispetto della tradizione, che ha lasciato un segno profondo nella storia della cucina del nostro Paese. Milano oggi saluta non solo uno chef, ma un vero custode dell’identità culinaria italiana.

Dal bar di periferia al mito della ristorazione

Nel 1962, in una zona ancora sterrata della periferia ovest di Milano, Aimo e Nadia aprirono una piccola trattoria in via Montecuccoli. Era un bar di quartiere, rilevato con coraggio e trasformato nel tempo in un punto di riferimento per chi cercava autenticità e qualità.
Con una cucina semplice ma rigorosa, fatta di stagionalità e memoria, il “Luogo” divenne presto una tappa obbligata per chi voleva assaporare la vera Italia nel piatto. Gli Spaghetti al cipollotto, divenuti iconici, incarnano ancora oggi la filosofia dei fondatori: pochi ingredienti, idee chiare e tanto cuore.

Una rivoluzione silenziosa

Quando la cucina francese dettava legge e le mode spingevano verso la complessità, Aimo Moroni scelse un’altra strada: quella della purezza del gusto.
Insieme a Nadia, che accoglieva gli ospiti in sala, portò avanti una visione fondata sull’identità territoriale e sulla qualità assoluta. Nessun artificio, nessun eccesso: solo la materia prima, la stagione e la memoria di una tradizione fatta di persone, luoghi e sapori autentici.
Fu una rivoluzione silenziosa, premiata nel tempo con il riconoscimento della Stella Michelin e l’ammirazione del mondo gastronomico internazionale.

Un’eredità che continua

Oggi il testimone di quella filosofia è nelle mani della figlia Stefania Moroni e degli chef Fabio Pisani e Alessandro Negrini, che hanno saputo rinnovare senza snaturare.
Accanto al ristorante storico sono nati nuovi progetti come Voce Aimo e Nadia, alle Gallerie d’Italia, e il BistRo Aimo e Nadia, dove cucina, arte e design dialogano in armonia.
Più di sessant’anni dopo l’apertura di quel piccolo bar di periferia, la visione di Aimo e Nadia continua a vivere in ogni piatto, nella passione per la terra e nella capacità di raccontare l’Italia attraverso il gusto.

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