Mi è venuta una curiosità: se io e un altro milanese, che non ci conosciamo, viviamo da sempre a Milano e i nostri antenati sono sempre nati qui… potremmo essere parenti alla lontana?
Ho chiesto all’intelligenza artificiale di fare due conti, partendo da un dato semplice: ogni persona ha 2 genitori, 4 nonni, 8 bisnonni e così via. Ad ogni generazione il numero raddoppia. Se consideriamo una media di 28 anni per generazione, e torniamo indietro nel tempo da oggi (2025), l’albero genealogico si allarga velocemente.
Un viaggio nel tempo… e nel sangue
Ecco cosa succede andando indietro:
intorno al 1800 (6ª generazione) avevo circa 64 antenati diretti;
nel 1700 (9ª generazione) già 512;
nel 1600 (12ª generazione) oltre 4.000;
nel 1400, in pieno Rinascimento, più di un milione.
Ovviamente non erano tutti persone diverse: i rami si intrecciano, perché in una stessa città — o addirittura nella stessa zona — le famiglie tendevano a sposarsi tra loro. È quello che i genealogisti chiamano “pedigree collapse”, cioè il punto in cui l’albero non cresce più, ma comincia a ripiegarsi su sé stesso.
Quando l’albero diventa un cerchio
A questo punto, la domanda è: quando io e un altro milanese potremmo avere un antenato in comune?
La risposta, in base alle stime storiche della popolazione di Milano, è sorprendente.
Nel 1700 Milano aveva circa 150.000 abitanti. A ogni generazione il numero dei nostri antenati teorici cresceva (2, 4, 8, 16, 32, 64, 128, 256…). Già dopo 8 o 9 generazioni — quindi intorno al 1740–1720 — il numero dei possibili antenati superava il numero di abitanti della città.
Tradotto: se le famiglie sono rimaste sempre milanesi, due persone nate oggi a Milano hanno oltre l’80% di probabilità di avere almeno un antenato in comune nel Settecento.
E andando ancora più indietro, nel Seicento, la probabilità diventa praticamente 100%.
In pratica: sì, siamo tutti un po’ parenti
Dietro a ogni cognome, dietro a ogni famiglia, si nasconde una rete invisibile di connessioni che ci lega molto più di quanto immaginiamo.
Se i nostri trisavoli, bisnonni e nonni hanno sempre vissuto qui, è matematicamente certo che tra i milanesi di oggi ci siano parenti alla lontana che non sapranno mai di esserlo.
È un pensiero affascinante: nelle vie che percorriamo ogni giorno, tra la folla che incrociamo, potrebbe esserci qualcuno che condivide con noi una minuscola parte di DNA, una storia comune dimenticata nel tempo.
E allora sì, forse quando diciamo “i milanesi sono una grande famiglia”, non è solo un modo di dire.

