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Bar Basso, ecco un’altra icona milanese

Bar Basso: un nome, un luogo, una certezza. Siamo davanti ad una icona milanese, in tutti i sensi.

Quello davanti a noi rientra a pieno titolo tra quei luoghi assolutamente da vedere: non peserete mica che qui si parli solo di chiese, palazzi e musei, eh? Milano ha storia da tutte la parti, lo abbiamo sempre detto e scritto, basta solo saperla cercare.

Ed il Bar Basso di storia ne ha davvero da vendere: solo per raccontare i nomi di chi è passato di qui, avremmo bisogno di più pagine, ma cercheremo di essere sintetici come nostro solito.

Giuseppe Basso aprì il locale nel 1933 in Porta Vigentina ed alla fine della guerra, si spostò dove ancora oggi lo troviamo.
Nel 1967 decise di lasciare la gestione a due  barman veneziani : Renato Hausamann e Mirko Stocchetto. Nomi molto conosciuti per quel che erano riusciti a fare a Cortina.

Bar Basso
Bar Basso

Bar Basso, ecco un’altra icona milanese

Arrivarono a Milano con un obiettivo: rendere popolari i cocktail in una città dove ancora se ne bevevano pochi.

Neanche il tempo di pensarci ed ecco che il  Bar Basso divenne un punto di riferimento non solo per i milanesi: da qui passavano davvero tutti. Anche il Presidente Pertini venne immortalato uscendo da qui. E non era affatto difficile incontrare nomi eccellenti:
Frank Sinatra, Liz Taylor o Ava Gardner, Hemingway. E se vogliamo dirla tutta, era il bar preferito anche di un certo Renato Vallanzasca.

Leggenda narra che un giorno qui per sbaglio, si mischiarono  erroneamente le bollicine col Campari Bitter e il vermouth rosso: nacque così il Negroni Sbagliato.

Ancora oggi il Bar Basso resta un luogo molto alla moda; è  un locale frequentato dalle giovani generazioni perchè è sempre stato capace di rinnovarsi pur mantenendo  la sua insegna rossa luminosa e il suo arredamento quasi ottocentesco. Guai a chi li tocca!

Bar Basso
Bar Basso

 

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