mercoledì,4 Dicembre,2024
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Vittoria Colonna, via della poetessa

Vittoria Colonna, poetessa, nasce a Marino nel 1490 da Fabrizio, principe di Paliano, e da Agnese di Montefeltro, figlia del duca di Urbino, Federico. Il suo matrimonio viene combinato con Ferdinando Ferrante d’Avalos, figlio del condottiero Fabrizio, per suggellare il legame con la dinastia aragonese che regnava a Napoli.

Nonostante le premesse sarà un matrimonio felice. La cerimonia si svolge a Ischia nel 1509 e, con questa unione, Vittoria Colonna diventa marchesa di Pescara. Due anni dopo Ferdinando va in guerra: va a combattere a fianco del suocero contro la Francia in nome della Spagna e viene catturato durante la battaglia di Ravenna del 1512.

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La poetessa, toccata da questo evento e legata all’immagine eroica del marito, scrive l’Epistola, componimento in versi dedicato all’amato lontano. Nel 1530, a seguito di due lutti familiari, la quarantenne Vittoria Colonna si mette in viaggio e raggiunge Roma, dove conosce Baldassarre Castiglione e Pietro Bembo. Rientrata ad Ischia deve nuovamente salutare il marito in partenza per la Lombardia, dove andrà a guidare l’esercito contro i francesi nella battaglia di Pavia del 1525.

Ferdinando viene ferito e, trasportato a Milano, si aggrava. Avvisata della situazione critica Vittoria parte subito per raggiungerlo senza riuscirci; la morte arriva prima di lei. Segnata profondamente dalla perdita insopportabile decide di entrare in convento, tuttavia viene ostacolata da suo fratello Ascanio e da papa Clemente VII, che la fanno desistere: una vita esemplare cristiana vissuta fuori dal convento sarebbe stata più utile.

Le sue poesie, impregnate di misticismo, vanno di pari passo con il suo accentuato interesse verso la spiritualità. Negli anni Trenta Vittoria Colonna incontra a Roma Michelangelo Buonarroti con cui stringerà una forte e duratura amicizia. Intanto, nel 1537, intenzionata a compiere un viaggio in Terra Santa, si stabilisce a Ferrara in attesa di ottenere il benestare del Papa ma, per le sue cagionevoli condizioni di salute, sarà costretta a rinunciare al viaggio.

Rientrata a Roma nel 1544, dopo aver sedato gli animi anticlericali del fratello Ascanio entrato in conflitto con papa Paolo III, Vittoria Colonna muore nel 1547 lasciando ai posteri le sue toccanti rime amorose e spirituali, ispirate allo stile di Francesco Petrarca, ed alcune composizioni in prosa di tema religioso.

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