venerdì,7 Novembre,2025
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Italo Pacchioni: il pioniere del cinema italiano nato a Mirandola

Inventore e fotografo, Pacchioni fu tra i primi a portare il cinema in Italia. Dai Navigli milanesi alle sale improvvisate, la sua storia è unica.

Italo Pacchioni nacque a Mirandola il 29 marzo 1872, in una famiglia che non poteva immaginare quale ruolo avrebbe avuto il giovane nella storia del cinema. Le fonti sulla sua vita non sempre concordano: alcuni lo vogliono fotografo già a Milano nel 1891, altri collocano i suoi primi passi professionali nel 1893 o addirittura ancora nella sua città natale.

Quel che è certo è che Italo Pacchioni mostrò presto una spiccata attitudine tecnica e un occhio attento all’innovazione, qualità che lo portarono a scrivere una pagina fondamentale della cultura italiana.

Il viaggio a Parigi e la sfida ai Lumière

Nel 1896, Italo Pacchioni si trovava a Parigi quando assistette alle prime proiezioni pubbliche dei fratelli Lumière. Affascinato, cercò invano di acquistare un modello del loro cinématographe. Non si arrese: osservò, memorizzò e annotò ogni dettaglio.

Tornato in Italia, con l’aiuto del fratello Enrico e di un meccanico di cognome Veronelli, costruì una macchina da presa e proiezione del tutto simile all’originale francese. Alcuni componenti arrivavano da Parigi, altri erano frutto della sua ingegnosità. Perfino la perforazione della pellicola fu realizzata manualmente per adattarla alla sua invenzione.

Le prime proiezioni e i film

Il 31 ottobre 1896, al castello dei Pico di Mirandola, Pacchioni organizzò la sua prima proiezione. Da lì in poi portò in giro per l’Italia spettacoli lunghi fino a 45 minuti, molto più articolati di quelli dei Lumière, che raramente superavano la mezz’ora.

Gli spettacoli erano accompagnati da musica dal vivo: orchestre improvvisate, gruppi di strumenti o anche semplici suonatori, che aggiungevano atmosfera alle immagini in movimento. A volte i titoli venivano urlati dalla cabina di proiezione, per rendere tutto più coinvolgente.

Tra le sue opere più note ricordiamo:

  • Arrivo del treno alla Stazione di Milano (1896)

  • La battaglia di neve (1896)

  • Il finto storpio al Castello Sforzesco (1896)

  • La Fiera di Porta Genova (1898)

  • Il vecchio Verziere (1898)

  • I funerali di Giuseppe Verdi (1901)

Opere che oggi ci restituiscono non solo i primi passi del cinema, ma anche frammenti preziosi della Milano di fine Ottocento.

Dalla macchina da presa agli studi fotografici

Dopo alcuni anni di attività intensa, Pacchioni decise di abbandonare il cinema nel 1902. Si dedicò alla fotografia, aprendo studi a Milano, Busto Arsizio e Abbiategrasso. La sua macchina da presa, invece, è oggi conservata al Museo del Cinema della Fondazione Cineteca Italiana, testimonianza di un ingegno straordinario.

Gli ultimi anni a Milano

Italo Pacchioni morì a Milano l’11 luglio 1940. Riposa al Cimitero Maggiore, dove i suoi resti sono stati collocati in una celletta. La sua figura rimane meno nota rispetto a quella dei fratelli Lumière, ma fondamentale per capire come il cinema abbia trovato radici anche in Italia.

Un’eredità che vive ancora

L’opera di Pacchioni è preziosa perché ci mostra come un uomo, armato di curiosità e passione, abbia saputo portare in Italia un’invenzione che avrebbe cambiato il mondo. Milano conserva ancora la memoria di questo pioniere: tra Navigli, fiere popolari e funerali solenni, le sue pellicole sono un viaggio dentro la città com’era più di un secolo fa.

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