venerdì,21 Novembre,2025
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L’estate di San Martino, ovviamente in milanese

Un racconto tra leggenda, poesia e tradizione: ecco perché, a novembre, si parla di “estate di San Martino”.

Capita, a volte, che dopo i primi freddi di novembre il cielo si apra, il sole torni a scaldare e l’aria diventi mite. È “l’estate di San Martino”, un piccolo miracolo climatico che, ogni anno, ci regala qualche giorno di dolce tepore prima dell’inverno.

Il fenomeno non è solo italiano: nell’emisfero boreale si manifesta proprio nei giorni che precedono l’11 novembre, festa di San Martino, mentre in quello australe accade tra aprile e maggio. Ma è in Europa che ha preso il nome che tutti conosciamo, grazie a una leggenda antica e bellissima.

La leggenda del mantello

Martino di Tours, un soldato romano, un giorno vide un mendicante infreddolito sotto la pioggia. Senza esitare, tagliò a metà il suo mantello e ne donò una parte al pover’uomo. Poco dopo, racconta la tradizione, il cielo si aprì e il sole tornò a splendere, come se la natura stessa volesse ringraziarlo per quel gesto di carità.

Da allora, quel ritorno improvviso del sole porta il suo nome.
E così, ogni anno, quando l’autunno sembra farsi più duro, arriva l’estate di San Martino: breve, inattesa e carica di speranza.

Tra vino, castagne e poesia

Non è solo un fatto meteorologico: è anche un periodo legato alla vita contadina e alle tradizioni popolari. In passato, in questi giorni si rinnovavano i contratti agricoli annuali e si diceva “fare San Martino” per indicare il trasloco o il cambiamento di lavoro.

È anche il tempo in cui si aprono le botti e si assaggia il vino nuovo, magari accompagnandolo con le prime castagne: un rito semplice e conviviale che ancora oggi resiste in molte regioni italiane.

Non sorprende che l’estate di San Martino abbia ispirato poeti e artisti. Giosuè Carducci le dedicò versi immortali, Giovanni Pascoli la interpretò come un’illusione di luce destinata a svanire, Cesare Pavese la celebrò nei suoi toni malinconici. Persino in musica, da band italiane a gruppi internazionali come i The Doors o gli U2, questo momento di luce nel buio dell’autunno ha continuato a far sognare.

Perché, in fondo, l’estate di San Martino è proprio questo: un breve ma intenso ritorno di calore, un invito a credere che, anche dopo la pioggia, il sole può sempre tornare.

E per tutti noi, ecco la poesia di Carletto Oblò dedicata proprio a questa festa!

L’è involtiada, la trista giornada,
da on vèll de scighera frèggia e giazzada;
la galavèrna la quatta tusscòss
e on sgrisor el se sent in di òss.

On Cavallier el ven giò dal cavall
el ved on pòr Crist in fond a la vall,
l’è biòtt e tremant, l’è senza vestii,
e el Cavallier, perché intenerii,
lì in sul moment el se cava el mantèll
gh’en da metà a ‘sto vègg poerèll.

Che meraviglia! Ven foeura in del ciel
on sô tevedin, spariss tutt el gel
e per trii dì el sarà anmò inscì
come on estaa che voeur minga finì.

L’è on prèmi del ciel, l’è on prèmi divin,
el se ciama “L’estaa, de San Martin

san martino
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Danilo Dagradi
Danilo Dagradi
Danilo racconta Milano da oltre dieci anni attraverso articoli, podcast e video che ne svelano l’anima più autentica.
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