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Abbazia di Chiaravalle, una gioia per gli occhi

Eccoci davanti all’Abbazia di Chiaravalle: fondata nel 1135 da San Bernardo abate di Clairvaux (italianizzato poi in Chiaravalle) è una gioia per gli occhi e, avvicinandoci sempre più possiamo notare come la sovrapposizione dei due stili, quello romanico lombardo e quello gotico cistercense convivano in armonia.

Anche chi è molto distratto non può non ammirare fin da subito la stupenda Torre nolare, eretta agli inizi del ‘300: si innalza nel più puro stile lombardo e procede verso l’alto con piani a sezione sempre minore, terminando con una appuntita cuspide conica.

Entrando le emozioni non possono che aumentare: dalla cappellina di San Bernardo, il portale gotico, il coro ligneo….insomma, c’è da ammirare ogni cosa. L’interno della facciata è decorato dai Fiammenghini: è qui rappresentata la Consacrazione dell’abbazia.

Abbazia di Chiaravalle, una gioia per gli occhi

Attraverso una piccola porta della navata destra si accede ad un bellissimo chiostro. Qui è facile incontrare i monaci, sempre disponibili a scambiare quattro parole e grazie ai quali è possibile ascoltare storie davvero suggestive ed interessanti. Allo stesso tempo la vista che ci offre questo chiostro, non può che spingerci a scattare foto ad ogni angolazione, senza dimenticare di immortalare le pareti e gli stemmi che qui troviamo.

La distanza dalla città è davvero poca cosa (oggi) e la visita a questa Abbazia è davvero consigliata. Alla fine del giro vi consigliamo di dare uno sguardo anche al canale della Vettabbia che scorre proprio al fianco dell’Abbazia. La storia di questo canale è davvero interessante e curiosa e completa certamente la visita a questo luogo.

Curioso ed allo stesso tempo triste notare che all’interno della chiesa ci siano cartelli che invitino le persone a non lasciare le proprie scritte sui muri. E’ infatti osceno notare come sulle colonne ci siano graffiti e scritte lasciate come ricordo da stolti visitatori. Per la precisione, le scritte non sono solo dei nostri giovani, ma anche (le date impresse sono a testimonianza) dei giovani di ieri e dell’altro ieri.


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