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Nuove scoperte al futuro PAN, il parco archeologico di via Arena

Il PAN, il parco archeologico di via Arena futuro Parco Amphitheatrum Naturae, continua a restituire reperti e tracce di un antico passato: sono stati scoperti un “cardo” e un “decumano” sotterranei al centro dell’anfiteatro romano, una costruzione che aveva un’altezza di 30 metri, lunghezza di 150 e larghezza 120, situata tra le odierne via Arena e Conca del Naviglio.

Prima dell’arrivo dei romani nel 222 a.C. Milano era un insediamento celtico. Nel parco archeologico di via Arena si stanno rinvenendo tracce del loro passato, fra cui alcuni frammenti ceramici di vasi e bicchieri risalenti al IV-III secolo a.C. che, trovati in una buca, fanno propendere a un rito, a una consacrazione a una divinità pagana e, per questo, ad una possibile collocazione in questo luogo del santuario celtico dei Galli Insubri.

Delle pavimentazioni in lastre di pietra delle antiche gallerie sotterranee rimangono solo le impronte: dal IV secolo d.C. sono state impiegate, insieme ai materiali dell’anfiteatro, nella costruzione di altri edifici. Tra questi la basilica di San Lorenzo, la cappella di Sant’Aquilino posta alla sua destra, gli argini del canale della Vipra (tornati alla luce con gli scavi per la M4).

Nuove scoperte al futuro PAN

In questo luogo sta prendendo vita il PAN, il progetto di archeologia green curato dell’architetto Attilio Stocchi che attraverso la valorizzazione dell’area, che prevede una ricostruzione in bassorilievo dell’anfiteatro seguendo il suo antico tracciato e la creazione di un giardino all’italiana al suo interno, diventerà un luogo aperto a concerti ed eventi.

Abbiamo cercato di recuperare quell’atmosfera magica del Colosseo romano che tra il 1600 e il 1800 era un ritrovo di pittori e botanici laddove la natura aveva sopraffatto l’architettura” spiega l’architetto “Evocare un monumento che non esisteva è stata una grande opportunità progettuale, di cui capisco la portata quando vedo gli occhi di chi lo visita”.

Il PAN è un progetto di land art, dove natura e antichità convivono armonicamente in stretta simbiosi. La fine lavori è prevista nel 2022. Non vediamo l’ora di poterlo ammirare! E voi?

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