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Paolo Rossi, il mio unico mondiale

Non ho mai amato il calcio nè l’ho mai seguito. Da bambino dicevo di essere milanista, poi fu la volta della Sampdoria (il periodo della coppia Vialli Mancini) per poi terminare questo viaggio all’Inter, ma solo per una simpatia per i colori e lo stemma.

E’ evidente da queste prime tre righe quanto sia fuori dal mondo che normalmente si vive quando si parla di calcio. La mia totale incapacità di colpire un pallone con i piedi ha fatto il resto.

Non saprei dirvi 1/3 di formazione di qualsiasi squadra sopra citata. A volte, se partecipo ad una discussione in merito, mi dicono di non scherzare quando ricordo che in porta del Milan c’è Piotti e sulla sponda nero azzurra Zenga. Non scherzo. Non vado oltre questi ricordi.

E per farmi odiare del tutto vi confesserò anche che, l’ultimo mondiale vinto dall’Italia, non so che anno fosse, mi accorsi del successo il mattino dopo.

Stamattina ho letto della morte di Paolo Rossi. Nonostante sia ignorante in materia, mi è dispiaciuto. Umanamente si capisce, ma anche per quello che questo nome ha rappresentato anche per uno come me. E’ un nome, per quel che mi riguarda, indiscutibilmente legato al 1982. Un anno, questo sì che lo ricordo, in cui forse per la prima volta, mi trovai, avevo 9 anni, a festeggiare insieme a tanta gente che non conoscevo un qualcosa che ci riguardava tutti.

Una festa, maturata sera dopo sera, che, in un paesino di montagna sopra Luino, andò avanti tutta notte, con brindisi e festeggiamenti. E questo nome, Paolo Rossi, era quello più cantato.

Fu davvero un gran bel momento: probabilmente per me fu più la festa che ne seguì che il momento dei gol il vero trionfo. Vivere da bambino un momento così gioioso che coinvolgeva tutti quelli che avevo attorno, uomini, donne, anziani, bambini fu davvero spettacolare. Ancora oggi lo ricordo con grande affetto.

Ed in certo senso stamattina, leggendo della scomparsa di Paolo Rossi, ho avuto la sensazione che un pezzo di quel momento, di quella festa, se ne sia andato con lui. Non so cosa abbia fatto dopo quel mondiale, nè tanto meno se abbia vinto altro, ma sono certo del fatto che come me, per tanti rimarrà per sempre il simbolo di quell’estate, di quel mondiale.

 

paolo rossi
paolo rossi

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