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Tumorati di Dio, il romanzo d’esordio di Fabio Paolo Costanza

Uscito giovedì 5 maggio 2022 (per Bookabook) “Tumorati di Dio”, il romanzo d’esordio di Fabio Paolo Costanza.

Un libro che pone un nuovo sguardo sulla scena musicale in Italia, sugli addetti ai lavori, in qualche modo anche sul periodo complicato dovuto al Covid forse appena concluso. Imprenditore culturale e promoter attivo soprattutto in Lombardia, Fabio Paolo Costanza si svela in questa nuova veste, raccontando la storia di Gabriele, un tumorato di Dio.

Abbiamo incontrato l’autore per chiedergli come si sta riprendendo la nostra Milano, in che modo è legato alla città e cosa dobbiamo aspettarci dal suo romanzo d’esordio.

Tumorati di Dio, il romanzo d’esordio di Fabio Paolo Costanza

1. Che rapporto hai con la città di Milano e come pensi possa influenzarti artisticamente?
Un rapporto di molto amore e poco odio. Ci vivo con la mia famiglia, che è nata proprio qui, da cinque anni, oltre ad averla frequentata assiduamente da studente e per motivi professionali da due decenni. E’ una città bellissima, ambigua e complessa, e tutto ciò che è ambiguo e complesso non può che essere una fonte di ragionamento e quindi di ispirazione.

2. Ci sono luoghi di Milano che hanno ispirato la storia di Gabriele nel tuo romanzo d’esordio “Tumorati di Dio”?
Sì, due per la precisione. Il Giambellino, che è nominato poco ma che è il quartiere dell’infanzia di Gabriele, e la Martesana, la zona che vede il ritorno da Roma a Milano di Gabriele, questa volta con Johanna.

3. Che cosa significa riprendere con l’attività live dopo tutto questo tempo? Quali sono i problemi legati a questo nuovo inizio?
C’è l’euforia di riprendere con stabilità dopo due anni piuttosto infernali, e la paura di un ritorno di fiamma dell’epidemia che potrebbe mandare tutto all’aria, come è già purtroppo successo. I problemi sono legati alla precarietà che il Covid ha dato alla nostra capacità di programmare nel medio-lungo periodo e alla “domanda di cultura e spettacolo” che sempre il Covid ha ferito spero non mortalmente. C’è stata una mutazione sostanziale nelle abitudini e nei comportamenti degli italiani, soprattutto negli over 30, che sembrano assuefatti alla serialità televisiva casalinga e preferiscono il salotto di casa a cinema, teatri, live club…

4. E a quale location che ora non esistono più sei più legato?
Mi manca e mancherà molto il Serraglio, in Ortica. Un luogo che ho frequentato da spettatore e da organizzatore, una ex officina che ha ospitato concerti bellissimi.

5. Come racconteresti “Tumorati di Dio” a chi lo deve ancora leggere?
Un romanzo duro che fa i conti a tratti con dolcezza e a tratti con ferocia con le cose ultime, tipo la vita e l’amore.

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