Via San Vittore, un nome una storia da raccontare

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San Vittore è una via milanese dedicata a San Vittore il Moro, soldato romano originario della Mauritania, che prestò servizio a Milano all’epoca di Massimiano, e che venne martirizzato per la sua fede cristiana. La sua vita e il suo martirio sono descritti da Ambrogio da Milano, meglio conosciuto come Sant’Ambrogio, nell’Explanatio evangelii secundum Lucam e nel Victor, Nabor, Felix pii.

I soldati Vittore, Nabore e Felice, costretti a fare una scelta tra il loro Dio cristiano e l’imperatore furono risoluti a rimanere fedeli al Creatore. Vittore venne per questo arrestato e rinchiuso in cella per sei giorni, senza cibo né acqua, per poi essere trascinato nell’ippodromo del circo al cospetto di Massimiano e del suo consigliere Anulino, dove ribadì la sua volontà a rimanere fedele a Dio.

Venne quindi flagellato e ricondotto in carcere dove gli fu riservato un ulteriore supplizio: gli versarono del piombo fuso sulle piaghe provocate dalla flagellazione. Vittore non cedette e, anzi, approfittando di una distrazione dei suoi carcerieri, scappò e si nascose in una stalla. Venne trovato, trascinato in un vicino bosco di olmi e decapitato. Due fiere si avvicinarono e vegliarono il suo corpo per sette giorni e sette notti, fino a quando il vescovo San Materno si avvicinò e lo ritrovò ancora perfettamente intatto.

Il vescovo seppellì Vittore in un sacello che, per le sue ricche decorazioni a mosaico dorato, venne chiamato San Vittore in Ciel d’Oro e che oggi troviamo nella volta della cappella paleocristiana situata nella Basilica di Sant’Ambrogio.

Sant’Ambrogio fu promotore del culto di San Vittore. Ammirava a tal punto il martire da far seppellire accanto alle sue reliquie quelle di suo fratello Satiro. A San Vittore sono stati dedicate diverse chiese milanesi come la Chiesa di San Vittore al Corpo o le chiese, ormai demolite, di San Vittore al Teatro, San Vittore al Carcere o San Vittore al Pozzo. Anche il carcere milanese porta il suo nome: San Vittore è il patrono dei prigionieri e degli esuli.

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