venerdì, Aprile 19, 2024

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Giovanni Cena, una via e… tanta storia

Giovanni Cena è una strada che collega viale Umbria con viale Molise, ma è anche il nome del poeta e scrittore nato a Montanaro nel 1870 che ha speso parte della sua vita a favore dell’alfabetizzazione.

Nato in una famiglia povera studia a Torino e, successivamente, nel seminario di Ivrea da cui viene espulso tre anni dopo. Si iscrive alla facoltà di lettere dell’Università di Torino e segue le lezioni di Arturo Graf.

Nel 1902 a Roma diventa capo redattore della rivista Nuova Antologia dove conosce la scrittrice e poetessa Sibilla Aleramo con cui intreccia un’intensa relazione sentimentale. Intanto si dedica anche ad un’attività di promozione sociale e assistenza per le popolazioni della campagna romana.

Insieme ad un gruppo di studiosi si batte per l’alfabetizzazione dell’Agro Romano e delle Paludi Pontine dove dilaga l’analfabetismo e dove sa che solo la scolarizzazione potrebbe migliorare le condizioni di vita degli abitanti.

Pur osteggiato dai latifondisti romani che temono un indebolimento del loro potere sul popolo a causa dell’alfabetizzazione, comincia ad aprire scuole ovunque sia possibile farlo: sfrutta le chiese abbandonate, i granai, le capanne, i vagoni dei treni inutilizzati.

Giovanni Cena, una via e… tanta storia

I proprietari terrieri si oppongono impedendo ai maestri di accedere alle loro proprietà e chiudendo le scuole. Non è però l’atto finale perché il Comune e la Provincia di Roma sostengono il progetto di Giovanni Cena con uno stanziamento di fondi e, nel 1913, la duchessa Caetani mette a disposizione un locale che diventa una scuola.

Le lezioni sono organizzate in funzione delle abitudini, dell’età e delle condizioni della popolazione e sono programmate con calendari che rispettano i cicli stagionali dell’agricoltura.

Nel 1915 Giovanni Cena entra a far parte del Comitato di preparazione civile. Si reca poi in Abruzzo in seguito al terremoto della Marsica come testimone del dramma avvenuto. Aiuta la popolazione povera a rivendicare i propri diritti.

Scoppiata la Prima Guerra Mondiale si reca al fronte come corrispondente per la sua rivista. Organizza la scuola per i feriti analfabeti negli ospedali di Roma e fonda il giornalino Il Piccolissimo.

Giovanni Cena muore nel 1917 di polmonite a Roma. Tra le sue opere più importanti ricordiamo il romanzo sociale Gli ammonitori.

giovanni cena
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