Che perdite con il Milano pride

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Che perdite con il Milano pride

Se state pensando a perdite di soldi, siete fuori strada.

Facciamo un salto indietro, veloce. Qui sul nostro sito parliamo un po’ di tutto, purchè abbia a che fare con Milano. Ci sono decine di pagine che raccontano di chiese, palazzi, monumenti, storia. Ma anche locali, eventi e persone.

Ecco appunto, le persone. Di quali persone parliamo? Di quelle che sono nate a Milano.  E quindi potete leggere di persone note, meno note, che hanno fatto la storia, che non l’hanno fatta ma sono ugualmente famosi. Di alcuni abbiamo postato un’intervista, di altre abbiamo semplicemente narrato chi erano o chi sono e che cosa hanno fatto.

Due casi nel corso degli anni sono stati emblematici: Fedez e Silvio Berlusconi. Di entrambi abbiamo scritto, come sempre facciamo, a prescindere dai nostri gusti, musicali o politici. Abbiamo raccontato chi sono e cosa fanno.

Ecco, dovete sapere che in entrambi i casi, subito dopo la pubblicazione, abbiamo ricevuto decine e decine di messaggi di persone, voi utenti, che dopo aver visto la pubblicazione di un articolo sull’uno o sull’altro, hanno deciso, comunicandocelo, di cancellarsi dalla pagina, che per dirla come l’ha scritta una persona : “…..dopo questo non meritate più il mio like”.

Ecco, questa la premessa per farvi capire lo spirito di quanto accaduto ieri, dopo la pubblicazione dell’articolo sul Milano Pride: decine e decine di persone che abbandonano la pagina perchè….abbiamo raccontato, o per meglio dire pubblicato il comunicato stampa, dell’evento in programma ieri. E anche in questo caso, i commenti del tipo ” tolgo il like visto che parlate di questa roba” sono stati davvero tanti. Molti sono evidenti sotto il post, altri sono arrivati via messaggio o email.

Ora, cosa dire dopo questo? Quale è la nostra risposta? Non è difficile, sapete? La nostra risposta è fate come credete. Su questo sito, così come sugli altri nostri canali, non parliamo di politica, di calcio, di religione. Non parliamo e soprattutto non scriviamo opinioni personali. E in quei rarissimi casi in cui proprio non ci tratteniamo, lo specifichiamo.

Noi raccontiamo Milano, la sua storia. E raccontiamo anche cosa accade. Tutti coloro che hanno voglia di leggere, decideranno in autonomia se l’argomento è di loro interesse o, nel caso di un evento, se può essere bello o meno partecipare.

Quando raccontiamo che nel locale xy c’è una degustazione di vini, non ci immaginiamo che dicendo che i vini che verranno serviti saranno bianchi frizzanti la gente ci risponda che no, lascio la pagina perchè ” a me piacciono solo i rossi fermi e quindi tolgo il like”. I gusti sono gusti, le opinioni sono personali e ciascuno faccia quel che crede.

E quello che è accaduto ieri, è, lasciatecelo dire, di una tristezza infinita. Soprattutto perchè dopo aver letto i commenti di chi, disgustato da tanto affronto, ha deciso di lasciare la pagina, abbiamo sbirciato i relativi profili. E tranne poche eccezioni, abbiamo notato che sono persone di una certa età.

E forse il problema è proprio questo: il tempo passa, le cose cambiano e c’è chi è rimasto fermo. E’ rimasto alla zona Garibaldi con le Varesine in stato di abbandono e continua a preferirle alla nuova sistemazione, perchè il suo passato è quello e non riesce ad andare oltre (e in questo caso nonostante la chiara evidenza che oggi è senz’altro meglio di ieri). Sono quelli che ah, le case di ringhiera le vorrei in tutta Milano, ma poi sono gli stessi che hanno due bagni in casa. Sono le stesse persone che si lamentano del traffico e vorrebbero la città sgombra, ma vanno prendere il pane in auto e la metro la considerano da poveri.

Ed andando contro quanto scritto poco fa, vi diciamo il nostro pensiero:  noi al Milano pride, non siamo andati. Non ci siamo andati, nè ieri nè gli anni scorsi. C’erano sì, tanti amici presenti ieri, ma siamo rimasti a casa. Ma non perchè era il Milano Pride. Fosse stata la festa di quelli che hanno i capelli rossi, o di quelli più alti di un metro e novanta, o dei falsi magri, dei falsi grassi, dei sostenitori che Pelè è meglio di Maradona, dei leghisti duri e puri, dei cinque stelle milanesi, o del pd nazionale. Non saremmo andati. A prescindere. Non ci piace stare in mezzo a tanta gente, a prescindere dai gusti musicali, politici, sessuali, calcistici o dal colore dei loro capelli.

E dopo quello che abbiamo visto ieri, dopo aver letto tutti quei commenti ed aver visto cosa ci ha procurato pubblicare quell’articolo, già sappiamo come ci comporteremo per l’edizione del 2019: metteremo nuovamente il comunicato stampa e andremo a fare un giro. E pubblicheremo pure le foto.

Se scrivere di un evento che coinvolge migliaia di persone vuol dire perdere dei consensi, allora vuol dire che abbiamo scelto la strada giusta.

PS. Poi a noi viene da pensare: ma venerdì scorso, dopo che sui vari Corriere, Repubblica, Il Giorno, Libero, etc… le persone hanno letto che il giorno seguente si sarebbe svolto il Milano Pride, cosa hanno fatto? Hanno tagliato a pezzi il quotidiano in mezzo alla via gridando allo scandalo?