Palazzo Luraschi, memoria del quartiere

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Corso Buenos Aires, 1. Palazzo Luraschi, per chi viene dai caselli di Porta Venezia è il primo palazzo sulla sinistra.

Siamo quindi in piena area lazzaretto, la struttura secolare che ha ospitato decine di migliaia di milanesi affetti da malattie contagiose, in particolare la peste. Ancora oggi la zona fa parte dell’itinerario manzoniano, qui dove Lucia trova ricovero e dove oggi ben poco rimane.

Poco si, ma qualcosa c’è. L’antica chiesa di San Carlo al Lazzaretto che ne dominava al centro l’ampio cortile, resiste ancora oggi così come un tratto dell’ala nord, visibile ed inconfondibile in via San Gregorio. C’è anche qualche resto nascosto…

Demolito nel 1882, l’area viene lottizzata secondo il Piano Beruto e qui si inserisce l’ing. Ferdinando  che costruisce il suo palazzo Luraschi alto ben sei piani. Altissimo, troppo per l’epoca soprattutto per questa zona. Una legge non scritta prevedeva il divieto di costruire fabbricati che impedissero la vista delle montagne dalla città. Finezze e sensibilità di cui oggi non conosciamo nemmeno il sapore.

Palazzo Luraschi, memoria del quartiere

Luraschi comunque infrange le regole nascondendo alla vista molto dell’arco alpino agli abitanti del sestiere. Per questo forse, dedica l’impianto decorativo alla memoria ed alla storia del luogo. Molte delle colonne del lazzaretto vengono infatti salvate dal Luraschi ed inserite nel cortile interno.

Lo stesso cortile, è decorato con medaglioni ispirati al romanzo del Manzoni  da cui sbucano tutti i personaggi, in una perfetta atmosfera tradizionale milanese arricchita anche dalle decorazioni in cotto lombardo.

Questo palazzo diventa perciò una piccola cassaforte per la memoria storia del quartiere, come sempre insospettata.

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