venerdì, Aprile 19, 2024

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Palazzo delle Stelline, l’orfanotrofio fondato da Carlo Borromeo

Il palazzo delle Stelline si trova in corso Magenta, proprio di fronte alla chiesa di Santa Maria delle Grazie e alla preziosa Ultima Cena di Leonardo conservata nel suo refettorio.

Del palazzo si ha traccia sin dal XVI secolo, quando alcuni benefattori, guidati dal religioso Gerolamo Emiliani proclamato patrono universale degli orfani e della gioventù abbandonata da papa Pio XI, iniziarono ad occuparsi dei bambini rimasti senza genitori in seguito ai disordini avvenuti dopo la caduta di Ludovico il Moro.

Con il benestare di Francesco II Sforza gli orfani vennero accolti nell’orfanotrofio maschile dei Martinitt fondato dagli stessi benefattori, mentre le orfanelle, prese sotto l’ala protettrice di Carlo Borromeo, vennero ospitate presso il monastero delle suore Benedettine di Santa Maria della Stella, ovvero nell’odierno Palazzo delle Stelline da cui deriva il nome. L’orfanotrofio femminile continuò la sua attività per oltre tre secoli fino al 1973, anno della sua chiusura.

Palazzo delle Stelline
Palazzo delle Stelline

Palazzo delle Stelline, l’orfanotrofio fondato da Carlo Borromeo

Le Stelline sono state riunite insieme all’ospizio Baggina sotto l’Azienda di servizi alla persona Istituti Milanesi Martinitt e Stelline e Pio Albergo Trivulzio. Nel 1986 è nata la Fondazione Stelline che si occupa di promuovere iniziative socio-economiche e culturali di rilievo nazionale ed internazionale all’interno del Palazzo delle Stelline. Negli ultimi anni è stato dato spazio a progetti dedicati all’arte contemporanea del Novecento.

Tra le mura dell’antico palazzo, al civico 61, è ospitata la sede dell’Istituto Internazionale per la Gestione della Tecnologia. Negli anni Settanta l’edificio è stato interessato da alcuni interventi di ristrutturazione che ne hanno mantenuto le caratteristiche originali, quali gli scaloni in pietra, i corridoi del chiostro e la magnolia centrale. Tra il 1973 e il 1978 l’artista Bobo Piccoli ha realizzato sul pavimento un pregevole mosaico di 2000 mq in seminato di marmi policromi recentemente restaurato.

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