Caro Corso Buenos Aires,
che ti hanno fatto? Eri così bello! Si arrivava a te per andare verso il Centro quasi con gioia, perché nonostante il traffico che scorreva sulle tue carreggiate, c’era lo spazio per parcheggiare e un tacito accordo con i ciclisti, che potevano avere il loro spazio. Certo mancava la messa in sicurezza che solo una pista ciclabile fatta bene può garantire.
Devono aver pensato questo quando, durante il lockdown, ingegneri e tecnici, hanno fatto il sopralluogo. E devono essersi detti “Guarda quanto spazio che c’è! Facciamo la ciclabile tutta sulla destra vicino al marciapiede, poi facciamo lo spazio per i parcheggi di auto, moto e carico/scarico e poi la corsia per le auto in carreggiata. Tanto guarda, non c’è nessuno!”.
Ecco io credo che abbiano fatto così, perché altrimenti non me lo spiego come abbiano potuto pensare che quell’unica corsia per le auto in carreggiata potesse bastare a gestire il tuo traffico. Hanno anche pensato che fosse il caso di aggiungere due attraversamenti pedonali vicino a Piazza Argentina, perchè in effetti in tanti attraversavano in quei punti senza che fosse consentito e quindi per la sicurezza dei pedoni, mettere le strisce è stata certamente una buona idea. L’accesso alle strisce è però bandito alle persone con disabilità che si muovono con la carrozzina: nella fretta hanno lasciato il marciapiede con il gradino…
Forse nel 2020 è strano pensare che alcuni passaggi (tipo predisporre le discesine ai semafori in modo da renderli accessibili a tutti), vengano fatti in automatico. L’idea che mi sono fatta io, caro Corso Buenos Aires, è quella che ti sia stato fatto qualcosa che non meritavi: hanno cercati di renderti più green, col risultato che sei diventato disastroso e pericoloso. Le code si sprecano anche ora che il traffico cittadino non ha nemmeno lontanamente ripreso ad essere quello che era. I ciclisti non sono protetti dalle possibili portierate di chi scende dalle auto lato passeggero. Avendo in alcuni tratti un’unica corsia, non risulta semplice nemmeno scendere dall’auto nemmeno per chi guida.
E poi c’è il tocco finale: la postazione bici in testa alle auto al semaforo, in stile griglia di partenza. Meritavi sicuramente un pensiero più serio e un trattamento migliore. Speriamo che qualcuno ci ripensi…
