Da Baracca a Gioia, tutto con pochi passi

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Da Baracca a Gioia: la strada non è molta, la storia tanta. La fermata più comoda per iniziare il nostro giro  è Conciliazione (metro 1, rossa).

Appena arrivati dirigiamo in piazzale Baracca dove proprio al centro ci attende la statua di colui che presta il nome alla piazza: Francesco Baracca;  è stato il principale asso dell’aviazione italiana e medaglia d’oro al valor militare nella prima guerra mondiale, durante la quale gli vengono attribuite trentaquattro vittorie aeree.

Un personaggio davvero storico che meriterebbe di essere conosciuto meglio. Tra le note di colore che forse non tutti sanno è che il simbolo della famiglia Baracca è uno di quei simboli che tutti conosciamo: il cavallino rampante. Già, proprio quello che vediamo sulle mitiche Ferrari.

Lasciamo da parte aerei ed auto veloci e incamminiamoci lungo via San Michele del Carso: un pezzetto, giusto il tempo di goderci l’arietta fresca di oggi, ed eccoci praticamente in piazzale Aquileia; sulla nostra destra, vediamo prima un cancello e subito dopo una strana costruzione che in alto riporta la scritta: “Quel che sarete voi noi siamo adesso: chi si scorda di noi scorda sé stesso.” Un invito a ricordare…e a scoprire proprio qui l’antica chiesa del Fopponino.

Guardiamola un attimo con attenzione:  è un piccolo edificio a navata unica, con abside a pianta quadrata.  Ai lati troviamo  due cappelle  una dedicata al Crocifisso, l’altra all’Addolorata. Importante anche sapere che lo spazio qui dove troviamo la chiesa è stato usato anche come lazzaretto durante il periodo della peste e sempre qui venivano seppelliti coloro che non ce la facevano.

E’ stato l’ultimo cimitero urbano chiuso (1885) e i resti portati al Cimitero Maggiore. Certo, lo spazio che occupava era molto più grande di quanto oggi possiamo immaginare. Ah, avete presente quella che per molti è solo una via, Melchiorre Gioia? Il famoso economista era sepolto proprio qui.

Attraversiamo la strada, tenendo la via San Michele del Carso sulla sinistra ed arriviamo di fronte al Carcere di San Vittore: no, non è quel grosso edificio che vedete sulla sinistra. Quella è una scuola, I.T.C. (una volta) Nicola Moreschi. Scherzi a parte: il carcere di San Vittore è stato costruito nel  1872 e venne inaugurato il 7 luglio del 1879. Un altro pezzetto di storia.

Prendiamo viale Papiniano ed arriviamo, lato destro, ad un benzinaio: non potete sbagliare, da questo lato c’è solo questo. Non dobbiamo fare rifornimento, ma guardare il pannello che troviamo all’ingresso: durante i lavori di ristrutturazione del benzinaio nel 2010 è stato trovato qui sotto una parte del secondo bastione difensivo che si incontrava andando  da Porta Ticinese in direzione di dove eravamo poco fa,  Piazzale Aquileia.

Progettato a partire dal 1546 dal Governatore Gonzaga per il governo spagnolo i lavori iniziarono nel 1549 e proseguirono per 11 anni. E’ tutto conservato per bene sotto i nostri piedi, ma per dare una idea di come erano le mura, sono stati fatti dei segni di colori diversi sulla pavimentazione del benzinaio che potete notare anche senza fare rifornimento.

A Milano anche quando si fa benzina si può imparare la storia.

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