Via Magolfa, un luogo magicamente trascurato

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Oggi dobbiamo raggiungere via Magolfa: per chi non la conosce sarà una splendida sorpresa.

Partiamo dalla stazione porta Genova (metro 2) ed incamminiamoci lungo  via Vigevano. E’ una via che è cambiata molto negli ultimi anni, coinvolta anche lei dalla nuova Darsena. Noi procediamo poco oltre la metà e quindi giriamo a destra in via Corsico. Ammiriamo i palazzi mentre camminiamo e quasi alla fine sulla destra ecco il retro della chiesa di Santa Maria delle Grazie al Naviglio.

E’ una chiesa nuova, infatti quello che oggi vediamo è frutto di lavoro di inizio ‘900, ma qui nel corso dei secoli hanno trovato spazio altre 2 chiese, a partire dal XVI secolo.  La facciata, che potete vedere dall’alzaia, è incompiuta: probabilmente è per questo motivo che pare più antica di quanto in realtà sia.

Procediamo il nostro giro, saltando di proposito vicolo lavandai (è comunque sulla vostra sinistra) e attraversiamo il naviglio passando sul ponte che abbiamo proprio di fronte. Arrivati sulla Ripa di porta Ticinese giriamo a sinistra pochi metri ed ecco un piccolo passaggio sulla nostra destra: prendiamolo (dopo aver alzato gli occhi per vedere la Madonnina sul palazzo ad angolo) ed eccoci ad un incrocio: sulla destra via Argelati sulla sinistra via Fusetti. Noi prendiamo quest’ultima dopo aver constatato che l’acqua nel canaletto (la Roggia Boniforti ) vicino a noi condivide lo spazio con troppe cose che non vanno.

Camminiamo per tutta la via e giriamo quindi a sinistra: eccoci in via Magolfa. Questa è una via che ci piace molto. O meglio: ci piacerebbe moltissimo se non fosse terreno fertile per chi passa il suo tempo a vandalizzare i muri della città. Un vero peccato. Ma non entriamo in polemica oggi: così come non entriamo nel merito di quanti ci hanno scritto dei lavori di costruzione recenti che hanno rovinato la via.

Oggi siamo qui per vedere cose belle e divertirci. Di conseguenza: sulla vostra sinistra potete notare la “Casa di Alda Merini” uno spazio dedicato alla poetessa che dà spazio anche a letture di poesia, racconti etc. Davanti a voi dovreste notare come un ingresso, di quello che poteva essere una cascina o comunque uno spazio privato: noi ci fermiamo sempre a guardare le colonne che delimitavano l’ingresso.

Sulla vostra destra invece ecco la chiesa degli spazzacamini. Dovete sapere che questa minuscola chiesa, ha tanti nomi: Santa Maria del Sasso, Santa Maria del Sangue oppure, anche se ovviamente non è un nome ufficiale, la chiesa degli spazzacamini. Il motivo di quest’ultimo nome è facilmente intuibile: gli spazzacamini che lavoravano a Milano arrivavano prevalentemente dalla val Vigezzo e la sera si ritrovavano qui, all’oratorio di via Magolfa. Ma perchè proprio qui? Proprio per la presenza di questa chiesa, costruita nel 1500 e dedicata alla Madonna del Latte, una Madonna il cui dipinto era visitabile proprio in un paese chiamato Re, in val Vigezzo.

Questa Madonna, ritratta mentre allatta Gesù ( da qui Madonna del latte) dopo essere stata colpita da un sasso (da qui l’altro nome) da un tizio, iniziò a sanguinare (ecco spiegato ultimo nome).  Il miracolo di Re venne  all’epoca documentato da notabili del posto e accertato dal Vescovo.

E’ quindi evidente che gli spazzacamini venissero qui: si sentivano più vicini a casa. Ma torniamo a noi: la chiesetta è aperta un paio di pomeriggi alla settimana. C’è un cartello proprio sulla porta di ingresso: magari siete fortunati.

Proseguiamo il giro e usciamo proprio davanti al naviglio pavese. Giriamo a sinistra ed ecco quasi davanti a noi piazza XXIV Maggio. Ma questo sarà un altro giro

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